Un politico belga è stato condannato a una insolita sentenza: visitare un lager nazista per cinque anni e scrivere il proprio resoconto sui social. La curiosa storia iniziò nel 2015, il protagonista è Laurent Louis, avvocato ed ex parlamentare belga di 37 anni, condannato per aver messo in dubbio la Shoah e lo sterminio di sei milioni di ebrei:
“I sionisti finanziarono Hitler e crearono la Seconda Guerra Mondiale per perseguire il loro progetto, la fondazione dello Stato di Israele… È così che sono diventati i padroni del mondo”.
La frase pronunciata da Louis gli è valsa una condanna a sei mesi di carcere e al pagamento di una multa di 18mila euro che adesso la Corte d’Appello di Bruxelles ha tramutato nell’obbligo di raccontare le sue visite nei campi di sterminio per i prossimi 5 anni.
La reazione del diretto interessato è arrivata tramite Facebook:
“L’unica cosa che devo fare è andare e raccontare i campi di sterminio. Non c’è dubbio, la Corte ha riconosciuto i miei talenti come scrittore. A parte gli scherzi, sarà un’esperienza formativa soprattutto da un punto di vista umano e un’occasione per denunciare i genocidi attuali. Ho messo in discussione il ruolo essenziale delle camere a gas nello sterminio però questo interrogativo è vietato dalla legge belga”.
Quella inflitta a Louis è una “punizione” che ha un precedente. Nel 2013, infatti, un tribunale ungherese ha condannato un negazionista a visitare Auschwitz.
A far pensare non è solo che Louis abbia negato l’Olocausto, ma abbia detto che gli ebrei hanno finanziato Hitler per arrivare alla nascita di Israele. Una dichiarazione aberrante che gli è la valsa una bella lezione di storia che durerà per cinque anni.