“Né con Hamas, né con Israele”, l’equidistanza che non esiste

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David Spagnoletto
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“Né con Hamas, né con Israele”, l’equidistanza che non esiste

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David Spagnoletto

“Né con Hamas, né con Israele” è uno degli slogan del momento.

Slogan sposato da Uri Davis, l’accademico britannico nato a Gerusalemme che il leader egiziano dei palestinesi Yasser Arafat volle al suo fianco dentro Fatah, di cui oggi è vicecommissario agli Affari Politici, nonché uno degli intellettuali più vicini al presidente Abu Mazen.

Slogan sposato anche dalla Chiesa Cattolica, che in nome di quella ecumenicità con cui si mostra al mondo, chiede un cessate il fuoco.

“Né con Hamas, né con Israele” è uno slogan che vuole apparire equidistante, ma in realtà cela ben altro. A essere sbagliato è il presupposto, perché il gruppo terroristico palestinese di Hamas non può esser paragonato a Israele, uno stato democratico imperfetto, che ha commesso errori, come tutti gli stati democratici di questo mondo.

Slogan sposato anche da diversi manifestanti che in Italia sono scesi o scenderanno in piazza per chiedere la pace. Una richiesta astratta che arriva, guarda caso, proprio quando Israele sta preparando l’incursione terrestre di Gaza. Una richiesta che non è arrivata l’8 ottobre, il giorno dopo la mattanza di Hamas contro i civili israeliani.

Nelle ore immediatamente successive al pogrom palestinese contro gli ebrei si adducevano considerazioni storiche per giustificare il massacro di Hamas. “70 anni di occupazione, normale che ci sia una reazione”, è stata la sintesi di quello che siamo stati costretti a legge e ascoltare a poche ore dal pogrom palestinese contro i civili israeliani.

1973, 1967, 1948, mandato britannico sulla Palestina, dichiarazione Balfour e chi ne ha più metta, in diversi hanno provato a legittimare la sete di morte ebraica voluta da Hamas.

Un voler tornare indietro anacronistico dopo il 7 ottobre, giorno in cui il conflitto israelopalestinese è cambiato per sempre.

Ci prestiamo, però, al gioco e torniamo ancora più indietro tra il 7 a.C. e l’1 a.C, nascita di Gesù, in aramaico: יֵשׁוּעַ (Yēšūa’). Gesù è nato ebreo e morto ebreo in Palestina. Quella terra che più di qualcuno vuole estrapolare dalla storia del popolo ebraico.

Cancellare la storia del popolo ebraico dalla Palestina equivale a cancellare Gesù dalla Palestina e stravolgere il Cristianesimo.

Siete sicuri di essere pronti a farlo?

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