10 maggio 1933, il nazismo brucia la cultura

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Storia

10 maggio 1933, il nazismo brucia la cultura

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10 maggio 1933, sono passati 100 giorni dall’insediamento di Adolf Hitler alla cancelleria del Reich. Quel giorno in pochi lo sanno, ma il mondo non sarà più lo stesso. Il clima di ostilità verso l’Altro che aveva portato il futuro Fuhrer a guidare la Germania inizia a trovare tangibilità nel rogo di migliaia di libri a Berlino.

Vengono date alla fiamme le opere di alcuni dei maggiori pensatori, scrittori, intellettuali, scienziati, registi e pittori del tempo.

I pensieri e le idee di Karl Marx, Bertolt Brecht, Thomas Mann, Joseph Roth, Theodor W. Adorno, Walter Benjamin, Herbert Marcuse, Ludwig Wittgenstein, Hannah Arendt, Edith Stein, Max Weber, Erich Fromm, Walter Gropius, Paul Klee, Wassili Kandinsky, Piet Mondrian, Albert Einstein, Sigmund Freud, Fritz Lang e Franz Murnau, sono bruciati da una folla inferocita.

A organizzare il rogo alla Cultura sono gli studenti e non il governo, che però approva con entusiasmo, tanto che nelle settimane seguenti tanti altri libri verranno bruciati in varie città tedesche.

Studenti che trasportano i libri con camion e carri in una piazza della capitale, su cui si affacciano l’Università di Berlino e il Teatro dell’Opera di Stato. Una partecipazione massiccia che fotografa la Germania del tempo. Non c’è posto per gli ebrei, per gli oppositori politici e per tutti coloro che la pensano diversamente.

È il 10 maggio 1933 e il Sapere viene dato alle fiamme proprio in una delle culle della Cultura del tempo. Sono passati 58 giorni da quando Joseph Goebbels è il Ministro del Reich per l’Istruzione pubblica e la Propaganda, il cui il discorso contro la “cultura degenerata” recitato durante il rogo rimane ancora oggi di una durezza incredibile:

 “Studenti, uomini e donne tedesche, l’era dell’esagerato intellettualismo ebraico è giunto alla fine. Il trionfo della rivoluzione tedesca ha chiarito quale sia la strada della Germania e il futuro uomo tedesco non sarà un uomo di libri, ma piuttosto un uomo di carattere ed è in tale prospettiva e con tale scopo che vogliamo educarvi. Vogliamo educare i giovani ad avere il coraggio di guardare direttamente gli occhi impietosi della vita. Vogliamo educare i giovani a ripudiare la paura della morte allo scopo di condurli a rispettare la morte. Questa è la missione del giovane e pertanto fate bene, in quest’ora solenne, a gettare nelle fiamme la spazzatura intellettuale del passato. È un’impresa forte, grande e simbolica, un’impresa che proverà al mondo intero che le basi intellettuali della repubblica di Novembre si sono sgretolate, ma anche che dalle loro rovine sorgerà vittorioso il padrone di un nuovo spirito”.

Il 10 maggio 1933 a Berlino vengono bruciati migliaia di libri dagli studenti. È il segno che la macchina della morte nazista si è accesa. È il segno delle complicità avute dal nazismo, seguito da milioni di persone infervorate contro un nemico costruito a tavolino da chi aveva solo sete di potere.

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