Le Brigate Rosse inviarono ai palestinesi gli interrogatori subiti da Aldo Moro nella “prigione del popolo”. È quanto emerge dalla relazione del 21 dicembre scorso della Commissione di inchiesta presieduta da Giuseppe Fioroni sul caso dell’allora presidente della Democrazia Cristiana, trovato cadavere in una Renault a Roma il 9 maggio 1978.
La Commissione è venuta in possesso di molti documenti che dopo 39 anni potrebbero finalmente far luce su una vicenda che ha segnato in maniera indelebile l’Italia. Uno di questi è datato 21 giugno 1978 a firma del colonnello Stefano Giovannone, capocentro Sismi a Beirut, lo stesso che un mese prima della strage di via Fani aveva lanciato l’allarme su un’“azione eclatante” che di lì a breve poteva esser portata a compimento da un gruppo terroristico nel nostro paese:
“Le Brigate Rosse italiane avrebbero fatto pervenire in questi giorni personalmente at George Habbash, leader del Fplp, copia dichiarazioni rese da Onorevole Moro corso interrogatori subiti durante prigionia, per quanto di interesse della resistenza palestinese alt si ritiene che iniziativa miri ristabilire rapporto ufficiale collaborazione et assistenza su piano anche operativo, asseritamente venuto meno ultimo biennio alt attendibilità tre”.
Si trova un riscontro di questo mercanteggiamento in un articolo che Mario Scialoja, giornalista particolarmente informato sul sequestro Moro, scrisse per l’Espresso il 29 ottobre 1978, in cui si legge che tra le carte mancanti di Moro ci sarebbe stato:
“Un pezzo di verbale d’interrogatorio in cui il prigioniero, partendo dal commento all’assassinio (compiuto a Roma dai servizi segreti israeliani il 16 ottobre 1972) di Wael Zfaiter, rappresentante di Al Fatah in Italia, descrive gli accordi in base ai quali i servizi segreti dei paesi NATO e quelli israeliani possono agire sul nostro territorio nazionale”.
Le carte che le Br spedirono ai palestinesi si intrecciano con una delle trattative che vennero fatte per la liberazione del presidente democristiano, che vedeva protagonista Arafat. Pochi giorni prima dell’uccisione di Aldo Moro, tutto naufragò per motivi su cui sta indagando la Commissione, nella cui relazione si ipotizza una doppia spaccatura, una interna alle Brigate Rosse, un’altra interna al mondo palestinese:
“Sulla base dei documenti analizzati, è ipotizzabile che proprio i gruppi legati a Abu Nidal – in conflitto con l’OLP – abbiano contribuito, insieme all’ala morettiana, delle Brigate rosse, a affossare le trattative in atto”.