L’Europa si è accorta che i libri scolastici palestinesi incitano all’odio verso Israele e gli ebrei. Una novità solo per l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli esteri e la sicurezza, Federica Mogherini, che ha annunciato l’avvio di un’indagine.
Indagine che fa seguito a uno studio dell’Istituto per il monitoraggio della pace e della tolleranza culturale nell’insegnamento scolastico (IMPACT-se), secondo cui l’ultima edizione dei libri scolastici palestinesi, datati settembre 2018, hanno subito un inasprimento del contenuto in merito a istigazione contro gli ebrei, Israele e incoraggiamento alla jihad e alla violenza.
Rispetto alle edizioni precedenti, gli alunni palestinesi della scuola prima e secondaria sono costretti a studiare su testi che non menzionano i negoziati di pace fra Israele e Giordania, Road Map e l’accordo di Wye Plantation. Alcuni, addirittura, hanno omesso la storica presenza ebraica a Gerusalemme e in Israele.
Sorprende ulteriormente che i libri interessati non sono solo quelli di storia, ma anche di altre materie, fra cui: matematica, biologia e fisica.
L’indagine annunciata dalla Mogherini mira a:
“Identificare la possibile istigazione all’odio e alla violenza e la non conformità con gli standard Unesco relativi all’educazione alla pace e alla tolleranza”.
Un intervento tardivo quello della Mogherini. Perché?
Perché lo studio fatto dall’IMPACT-se aveva già suscitato polemiche nello scorso dicembre, quando il quotidiano tedesco Bild aveva portato alla luce i finanziamenti tedeschi al dipartimento di educazione dell’Autorità palestinese, basandosi proprio sulla analisi del suddetto Istituto.
Federica Mogherini, quindi, ha aspettato quasi cinque mesi prima di provare a prendere provvedimenti.
Dicembre 2018-Maggio 2019, un tempo troppo lungo per esser spiegato dai rallentamenti della macchina burocratica.