Dalla Striscia di Gaza, Hamas lancia 180 missili verso Israele. Israele reagisce facendo bombardamenti mirati.
È questo il rapporto di causa effetto che andrebbe riportato dalle testate giornalistiche. E invece, molti media hanno ribaltato tutto, raccontando prima l’azione di Israele e poi quella di Hamas, con il conseguente cambio di responsabilità di chi ha dato vita all’ennesima escalation.
A quali conseguenze porta questo comportamento?
La demonizzazione di Israele, rappresentato come il paese che non vuole la pace con la controparte palestinese, e la sofferenza della popolazione palestinese di Gaza.
Se lo Stato ebraico è malevolmente abituato a essere messo sul banco degli imputati e con i mezzi a disposizione cerca di difendersi dagli attacchi, i palestinesi della Striscia non posso continuare a subire le cattive condizioni di vita imposte da Hamas, che governa Gaza.
Ribaltando il rapporto fra causa ed effetto, le problematiche dell’area vengono concentrate esclusivamente su Israele, facendo un enorme danno non solo al governo di Gerusalemme ma anche al popolo palestinese, le cui sofferenze “sembrano” interessare solamente in chiave anti-israeliana e non come reale problema da risolvere.
Spostare causa ed effetto denota una consapevole volontà di spostare l’attenzione dai veri responsabili ed evidenzia la mancata etica professionale di molti giornalisti.
Per aiutare nella comprensione, riportiamo quanto scrive Wikipedia sul rapporto fra causa ed effetto:
Nella storia della filosofia, nella scienza e nel senso comune il concetto di causa assieme a quello connesso di causalità o relazione causale indica la relazione tra due fenomeni (o classi di fenomeni), nel caso in cui il primo fenomeno, detto causa, è motivo di esistenza del secondo, detto effetto. La causa è il motivo per il quale qualcosa è, ed è così come è.
“Relazione tra due fenomeni”, contravvenire a questo principio significa raccontare una verità che non è tale, ma solo bugie e falsità.