Bologna, l’estrema destra e l’università. Sono giorni caldi per il capoluogo emiliano, dove l’estrema destra è tornata in piazza con la “Marcia degli italiani”. Circa 80 militanti fra i quali simpatizzanti di Forza Nuova, Fiamma Tricolore e ultras del Bologna hanno manifestato in piazza Trento e Trieste dietro la sigla “Bulaggna Dsdadet” (Bologna svegliati), sventolando bandiere dell’Italia e intonando cori, il più gettonato “Boia chi molla”, per esprimere il proprio dissenso nei confronti della “immigrazione clandestina” e il “degrado che regna nelle strade bolognesi, soprattutto in periferia”:
“Da troppo tempo alcune zone del nostro centro storico sono in mano a bande di pusher extracomunitari, da troppo tempo interi quartieri della nostra periferia sono sfigurati dall’immigrazione incontrollata”.
Negli intenti degli organizzatori la manifestazione avrebbe dovuto avere luogo corteo da piazza dei Martiri a piazza XX Settembre, ma la Questura l’ha confinata in Piazza Trento e Trieste, facendola diventare un presidio anziché un corteo.
I militanti hanno urlato:
“La prossima volta saremo in centro fregandocene delle prescrizioni, come fanno i centri sociali a cui è permesso tutto da parte del Comune”.
Due giorni dopo il presidio, durato un’ora, un altro episodio ha visto protagonista la città di Bologna. All’Università (Facoltà di Giurisprudenza), infatti, era in programma un dibattito sulla Siria organizzato da Azione Universitaria, associazione studentesca di destra, poi annullato dopo l’intervento del Cua che tramite social ha fatto sapere:
“Siamo in presidio permanente per evitare che questo pomeriggio si svolga il dibattito fascista!Non permetteremo che l’estrema destra si insinui in università con la scusa di qualche pretestuoso dibattito!”.