Giovanni Moro scrisse nel suo libro “Anni 70”, che il decennio in questione che sconvolse l’Italia, è come un fantasma che ritorna. Come il Lodo che porta il suo nome, che però è riferito al padre Aldo, leader Dc che nel 1973 stipulò un patto con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il quale in cambio della libertà di transito sul nostro territorio non avrebbe commesso stragi in Italia. Anche per il politico pugliese, il “Lodo Moro” è un fantasma che ritorna, visto che il suo rapimento e la sua uccisione avvennero (anche?) per mano della Brigate Rosse, addestrate proprio dai palestinesi. Su questo Lodo si è scritto e detto molto e ciclicamente ritorna, soprattutto nel momento attuale col rifiorire del terrorismo islamico e in coincidenza con l’anniversario della strage nella stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
Secondo la magistratura, gli esecutori materiali dell’attentato, che provocò 85 morti e i 200 feriti, sono Valerio Fioravanti, Luigi Ciavardini e Francesca Mambro, tre ex Nar (Nucleo armati rivoluzionari). La regia che portò il terrore nel capoluogo emiliano non ha però nomi e cognomi. E probabilmente non l’avrà mai per quella famosa Ragion di Stato, dietro al quale ci celano molti omissis sui misteri italiani.
Non tutti (anzi) sono concordi che la matrice della strage sia fascista e non solo perché i tre hanno sempre sostenuto di non esser colpevoli (affibbiandosi, peraltro, molti altri crimini), ma per altri motivi che portano a un coinvolgimento palestinese, ipotesi fatta da un altro leader Dc ed ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, secondo cui la strage venne provocata da una bomba del FPLP in transito nella stazione di Bologna, avvenuto un mese e poco più dopo la strage di Ustica.
Fra le vittime della bomba ci sono due cose a dir poco curiose: la mancata identificazione di un cadavere e la scomparsa di un corpo. Due particolarità, fra le tante di questa storia, che sembrerebbero far emergere un’altra verità rispetto a quella ufficiale. Come nel romanzo “Strage” di Loriano Macchiavelli (2010) e nel libro uscito recentemente “I segreti di Bologna. La verità sull’atto terroristico più grave della storia italiana” del giornalista Valerio Cutonilli e del magistrato Rosario Priore, dietro alla strage ci sarebbe una mano che porta ai terroristi Carlos Thomas Khram.
La verità sulla strage di Bologna non verrà mai rivelata, ma quello che è chiaro è che fra gli Anni 70 e 80 c’è stato un rapporto più che mai stretto fra l’Italia e il terrorismo palestinese. Rapporto, Patto, Lodo, in qualsiasi modo lo si voglia chiamare c’è stato e probabilmente qualche eredità ce la portiamo dietro ancora oggi…