Di seguito vi proponiamo un interessante articolo di Yair Lapid, leader del partito israeliano Yesh Atid.
Traduzione di Micol Anticoli
Come sapete, la città di Raykjavik ha deciso questa settimana di boicottare i prodotti provenienti da Israele. Tutti i prodotti. Da tutta Israele.
Avrei qualche domanda:
Il boicottaggio include anche i prodotti fatti dalla minoranza araba in Israele che rappresenta il 20% della popolazione?
Il boicottaggio include i 14 parlamentari arabo-israeliani che siedono accanto a me nel Parlamento israeliano?
Il boicottaggio include anche le fabbriche che danno lavoro a decine di migliaia di palestinesi per i quali questa è l’unica opportunità per provvedere ai propri figli?
Il boicottaggio include anche gli ospedali israeliani nei quali decine di migliaia di palestinesi vengono curati ogni giorno?
Il boicottaggio include anche le produzioni fatte dal 71% degli israeliani che secondo l’ultimo sondaggio sostiene la soluzione di “due popoli, due stati” e la creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele?
Aspettate, ne ho ancora qualcuna:
Tra i prodotti boicottati, c’è anche il Copaxone, per chi soffre di sclerosi multipla?
Il boicottaggio include anche il vino “Tulip”, fatto dalle persone con esigenze particolari e che soffrono di autismo?
E che mi dite dei libri del Premio Nobel israeliano per la Letteratura, Shai Agnon?
Il boicottaggio include anche Microsoft Office, le videocamere dei cellulari, Google, ognuno dei quali contiene elementi inventati o prodotti in Israele?
Se la risposta a tutte queste domande è “sì”, allora mi faccio da parte e auguro a tutti una splendida vita fino a che non arriva un inevitabile (purtroppo) attacco di cuore (mi dispiace, ma anche i pacemaker sono un’invenzione israeliana). L’altra opzione è che qualcuno del Consiglio cittadino di Reykjavik non aveva pensato ai problemi ai quali sarebbe andato incontro.
E se invece lo sapevano, perché si sono fermati ad Israele? Uno dei segreti mantenuti meglio circa il conflitto israelo-palestinese è che si tratta di uno dei più piccoli conflitti del Medio Oriente. Infatti non c’è proporzione tra la sua portata attuale e la copertura mediatica che riceve.
Dalla fine della Guerra di Indipendenza di Israele, 67 anni fa, circa 12.000 palestinesi hanno perso la loro vita in questo conflitto. Una larga fetta di questi, erano terroristi, kamikaze, costruttori di tunnel del terrore provenienti da diverse organizzazioni jihadiste.
Con ciò, non possiamo ignorare il fatto che in questi anni ci sono state poche migliaia di innocenti cha hanno perso la vita. Penso che sia terribile. Questo mi tiene sveglio la notte, come succede a molti israeliani. Con questo, il fatto – ed è facile da trovare – è sono stati uccisi meno innocenti palestinesi in questi 67 anni che innocenti siriani in una settimana (!). Infatti, nello stesso periodo, circa 12 milioni di persone sono state uccise nel mondo arabo. Un semplice calcolo mostra che il conflitto israelo-palestinese ha causato lo 0,01% di uccisioni rispetto al mondo islamico.
Si, in questo conflitto sono stati uccisi più palestinesi che israeliani. Perché? Perché abbiamo un esercito migliore e abbiamo il sistema antimissile Iron Dome che protegge le nostre città dai razzi. Se il nostro esercito deponesse le armi e disattivassimo l’Iron Dome, saremmo massacrati in 24 ore.
Quindi, Israele continuerà a difendersi, e proseguirà facendo tutto il possibile per evitale le vittime civili.
Allo stesso tempo, continueremo a perseguire un accordo di pace con i palestinesi. Due volte, nel 2000 e nel 2008, Israele ha offerto loro il 90% dei territori cosicché potessero costruirsi uno stato. In tutti e due i casi loro hanno rifiutato.
La macchina del boicottaggio non è nuova. È una larga industria di media e pubbliche relazioni organizzata da gruppi islamici foraggiati da Qatar e Iran. Il loro obiettivo non è la creazione di uno Stato palestinese al fianco di Israele, ma uno Stato palestinese costruito sulle ceneri di Israele.
Sanno che il messaggio non potrà essere accettato dall’Europa liberale. Così hanno deciso – come è stato dimostrato più volte – di vendere agli ingenui Europei i valori umanitari di libertà e solidarietà, ai quali loro non hanno mai creduto, neanche per un secondo.
Hamas non ha nessuna intenzione di creare una democrazia palestinese, ma una buia teocrazia dove gli omosessuali vengono impiccati ai pali del telefono, le donne non sono autorizzate a uscire di casa, e cristiani ed ebrei svengono uccisi solo per il fatto di essere cristiani ed ebrei. Tutti questi valori sono accettabili per il Consiglio comunale di Reykjavik? Se la risposta è “no” è strano, perché è questo ciò che hanno votato.