I cittadini israeliani sono ragionevolmente orgogliosi degli eccezionali risultati ottenuti in campo scientifico dal loro paese. Ciò che non sanno però è che la stessa Unione Europea che spinge per boicottaggi e sanzioni nei confronti dello Stato ebraico ha un ruolo fondamentale nel trasformare le brillanti idee degli scienziati israeliani in concreti progetti di ricerca.
La cooperazione tra Israele e Unione Europea nelle materie scientifiche e tecnologiche ha compiuto un grande passo in avanti nel 1996 quando Israele si è unito al programma quadro di sette anni per la ricerca e lo sviluppo. Questo rapporto ha raggiunto il suo momento più alto lo scorso anno quando Israele si è associato al programma di ricerca europeo Horizon 2020, il più grande e importante al mondo. Ad oggi Israele è l’unico paese non europeo ad essere pienamente associato ad un programma del genere.
Grazie a questa cooperazione (l’ultima delle quali è il FP7) circa duemila ricercatori israeliani hanno partecipato a oltre millecinquecento progetti dal valore totale di ottocentosettantacinque milioni di Euro, approssimativamente il doppio dell’ammontare investito da Israele. Il 70% dei fondi è stato destinato alle istituzioni accademiche diventando la maggiore fonte di finanziamento pubblico alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie in campo civile. Oltre al mondo accademico anche le industrie israeliane hanno beneficiato della collaborazione con l’Unione Europea.
Tra le varie ricerche condotte fianco a fianco con i colleghi europei c’è il sistema “Sniffphone”, un’applicazione per smartphone in grado di rilevare la presenza di tumori nel corpo umano, una tecnologia per permettere ai non vedenti di trasformare immagini in suoni e un sistema di purificazione dell’acqua a basso costo che utilizza energie rinnovabili. Ogni anno israeliani e europei festeggiano la “Notte dei Ricercatori”, un evento celebrato in tutta Europa che mira a diffondere le nuove scoperte al pubblico e a instillare la passione per la scienza nei giovani.
Quest’anno si terrà il quinto Seminario UE-Israele per l’Innovazione che permetterà lo scambio di idee e getterà le basi per nuove future collaborazioni tra Israele e l’Unione Europea. Lo scorso anno parteciparono persone provenienti da tredici diversi paesi europei. Inoltre a Settembre a Milano avrà luogo il Concorso Europeo per Giovani Scienziati a cui parteciperanno anche i vincitori del Concorso per Giovani Scienziati Israeliani.
Nonostante gli attriti l’Europa è consapevole dei benefici derivanti dalla partnership con Israele e dall’eccellenza dei suoi ricercatori. Investire nella ricerca e nello sviluppo porta sempre a miglioramenti nelle performance economiche e a una più alta prosperità dell’industria, elementi di cui l’Europa ha un disperato bisogno in questo momento. La carta vincente degli israeliani è stata senza dubbio la scelta di investire circa il 4% del proprio PIL in questi campi, un successo che l’Europa vuole provare ad imitare ponendosi l’obiettivo di portare la propria percentuale di PIL investito al 3% entro il 2020.
Questo tipo di rapporti bilaterali sono più di una storia di successo: si tratta di un modello da seguire nell’instaurazione di buone relazioni fra gli Stati e ha le potenzialità per permettere una migliore intesa anche in altri campi fondamentali.