La legge sulla Shoah voluta dalla Polonia continua a far discutere. Dopo le numerose polemiche delle scorse settimane, la controversa legge polacca sull’Olocausto è tornata ai primi posti della cronaca.
Secondo il procuratore generale polacco, infatti, è “parzialmente incostituzionale”. Dichiarazione sorprendente quella di Zbigniew Ziobro, che è stato uno dei promotori del provvedimento su una delle pagine più oscure della storia moderna.
Zbigniew Ziobro, che è anche il ministro della Giustizia, sostiene che l’eventuale punizione per chi attribuisca alla Polonia i crimini dell’Olocausto non può valere anche oltre i confini nazionali.
È questo il punto “disfunzionale” e contrario alla costituzione che vieta “una interferenza eccessiva” nei confronti di altri paesi. Ziobro ha aggiunto che estendere il reato all’estero:
“Potrebbe produrre risultati opposti a quelli desiderati e minare l’autorità della Polonia”.
A far aumentare – ulteriormente – le polemiche ci ha pensato il padre del primo ministro Mateusz Morawiecki – Kornel Morawiecki – secondo cui gli ebrei, durante l’occupazione nazista della Polonia, si recarono volontariamente nei ghetti per fuggire dai quartieri non ebraici.
Il vice ministro degli Esteri polacco Bartosz Cichocki si è affrettato a dichiarare che la posizione di Kornel Morawiecki non rappresenta quella del governo polacco.
Le legge sulla Shoah, che ha creato forti tensioni tra Polonia e Israele, non vuole approfondire la storia, non vuole finalmente arrivare a una verità condivisa, ma solo cancellare con un colpo di spugna tutte le nefandezze compiute durante la Seconda Guerra Mondiale.