Keir Starmer sostituisce Jeremy Corbyn alla guida del partito Laburista inglese, ottenendo il 56% delle preferenze. L’ex magistrato 57enne, che ha battuto le due rivali Rebecca Long-Bailey e Lisa Nandy, è stato eletto per la prima volta nel 2015 alla Camera dei Comuni.
Per cinque anni ha affiancato Corbyn, da cui si è discostato in materia di antisemitismo nel suo primo discorso dopo la vittoria:
“L’antisemitismo è stato una macchia per il partito ho visto il dolore che causato nella comunità ebraica. Chiedo scusa a nome del Partito laburista. Estirperò questo veleno alla radice e valuterò il successo del mio operato dal numero di persone che torneranno al partito e che prima sentivano di non poterci più sostenere”.
Una presa di posizione chiara quella presa da Keir Starmer che segna un nuovo rapporto con la comunità ebraica locale e con Israele, visti i continui dissapori avuti dal suo predecessore più volte accusato di antisemitismo e di avversione nei confronti dello Stato ebraico.
Jeremy Corbyn, a più riprese, è stato al centro di polemiche per le sue posizioni contrarie a Israele e al popolo ebraico.
Come nel 2014 quando si recò in Tunisia per rendere omaggio alle tombe dei terroristi islamici che nel 1972 uccisero 11 atleti israeliani ai Giochi Olimpici di Monaco o come nel 2017 quando disertò le celebrazioni per i 100 anni delle celebrazioni della dichiarazione Balfour.
Ma non solo perché negli anni Jeremy Corbyn ha definito “amici” i terroristi islamici di Hamas ed Hezbollah e ha polemizzato con il rabbino del Regno Unito Ephrain Mirvis.
L’elezione di Keir Starmer traccia un nuovo cammino nei rapporti con Israele e con la comunità ebraica inglese.