La Germania voterà il riconoscimento della Palestina in Parlamento

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Mario Del MonteEditor
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Il Parlamento tedesco si appresta a votare il riconoscimento dello Stato palestinese tramite una mozione proposta dal partito di estrema sinistra Die Linke. La mozione chiede al governo di Berlino l’immediato riconoscimento dello Stato di Palestina basato sui confini del 1967 e di promuovere il suo inserimento all’interno delle Nazioni Unite. Nessuna data è stata ancora stabilita per il voto.

Il Die Linke, che può contare su sessantaquattro seggi dei seicentotrentuno totali al Bundestag, è noto per le sue posizioni estremamente critiche verso Israele e, secondo alcuni esperti di politica tedesca, la sua proposta difficilmente otterrà la maggioranza dei voti richiesta visto che il Cancelliere Angela Merkel, capo del partito di centro-destra CDU che ha la maggioranza nell’organo legislativo, è fortemente contraria a qualsiasi atto unilaterale per la nascita di uno Stato palestinese. Nel caso in cui il Parlamento tedesco decidesse di approvare la risoluzione si tratterebbe di un grande successo per la causa palestinese perché costituirebbe un cambio di strategia per uno dei più strenui difensori di Israele nella comunità internazionale, storicamente secondo solo agli Stati Uniti che forse ha anche superato con la crisi dei rapporti tra Netanyahu e Obama. Tuttavia anche un eventuale successo sarebbe solo simbolico perché non vincolerebbe Israele.

Un funzionario governativo israeliano che ha chiesto di rimanere anonimo ha suggerito al sito web Times of Israel che il fallimento della mozione sarebbe una vittoria diplomatica per lo Stato ebraico: se i legislatori tedeschi decidessero di respingere la proposta da Gerusalemme potrebbero ragionevolmente dire che il recente trend che vedeva gli Stati europei riconoscere la Palestina si è fermato grazie all’intervento di uno dei paesi più importanti del continente.

Nella bozza preliminare della risoluzione il Die Linke appoggia fortemente la scelta adottata dai parlamenti di Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Unione Europea e la considera un precedente che dovrebbe motivare la Germania ad intraprendere la stessa strada per “rianimare il processo di pace.” Sempre nella bozza si legge che “il tempo a disposizione per l’implementazione della soluzione a due Stati basata sui confini del ’67 sta diventando sempre più limitato. Israele e Palestina si accorderanno sugli eventuali scambi territoriali e Berlino dovrebbe lavorare in direzione del riconoscimento della Palestina in seno alle Nazioni Unite coordinandosi con gli altri Stati dell’Unione Europea.”

A Novembre Angela Merkel aveva espresso speranza per la ripresa dei negoziati aggiungendo che ogni passo unilaterale da parte dei palestinesi non avrebbe aiutato a sbloccare la situazione. Nonostante gli attriti personali con Benjamin Netanyahu la politica estera condotta dalla Merkel è apertamente pro-Israele. Durante una sua visita al Parlamento israeliano nel 2008 dichiarò che “la sicurezza di Israele è parte della “ragione di Stato” tedesca, perciò l’incolumità di Israele non è e non sarà mai negoziabile.” Proprio quest’anno Israele e Germania festeggeranno i cinquanta anni di relazioni diplomatiche con diversi eventi e commemorazioni in entrambi i paesi.

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