“La città senza ebrei” è un film muto realizzato da Hans Karl Breslauer nel 1924, quando in Austria l’antisemitismo era in forte ascesa. La pellicola del registra viennese è un vero e proprio manifesto antinazista perché racconta il crollo della “leggendaria repubblica di Utopia”, quando il parlamento emana un editto contro gli ebrei, che vengono pesantemente attaccati, a cui vengono tolte le proprie attività e deportati sui treni.
Se l’inizio del film è la preveggenza di quello che accadrà pochi anni più tardi, non si può dire lo stesso del finale, in cui i leader e i cittadini di Utopia capiscono che per salvare l’economia e ritornare allo splendore culturale precedente necessitano delle popolazione ebraica. Emblematica la scena che ritrae l’abbraccio fra il sindaco Karl Laberl (un riferimento a Karl Lueger, primo cittadino di Vienna e notoriamente antisemita) e il primo ebreo che ritorna in città dopo il forzato esilio.
Esisteva un’unica copia disponibile del film fino alla scorso anno, quando in un mercatino delle pulci di Parigi, ne è stata trovata un’altra, inedita, che è stata mandata al Film Archiv Austria (FAA), la cineteca di Vienna.
Qui grazie a un finanziamento collettivo la pellicola è stata restaurata e, rispetto alla versione attuale, mostra la sequenza finale completa e le scene che testimoniano l’antisemitismo viennese.
Il film scomparve dopo il 1933 quando i nazisti salirono al potere in Germania e non venne visto pubblicamente fino al 1991, quando il Film Archiv Austria proiettò l’unica copia in circolazione della pellicola al Vienna Film Festival, privandola però della fondamentale scena finale.
Un film profetico, ma solo per pochi. Agli inizi degli Anni 20, l’Austria ospitava più di 200mila ebrei, numero che è oggi è sceso a 10mila.
“La città senza ebrei” è l’ennesima prova che quello che stava succedendo agli ebrei prima della Seconda Guerra Mondiale era evidente, almeno per chi non aveva la mente ottenebrata dall’odio antisemita.