Khamenei, ancora una minaccia a Israele e agli Stati Uniti

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Mario Del MonteEditor
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Medio Oriente

Khamenei, ancora una minaccia a Israele e agli Stati Uniti

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La Guida Suprema iraniana Ali Khamenei torna minacciare Israele e ad insultare gli Stati Uniti durante un discorso pubblico. Khamenei ha denunciato le azioni israeliane al Monte del Tempio di Gerusalemme definendole un insulto al luogo sacro. Il riferimento dell’ayatollah è ai violenti scontri che si sono verificati nella zona, sacra sia agli ebrei che ai musulmani, negli ultimi giorni. Le forze di sicurezza israeliane hanno giustificato l’intervento mostrando le immagini di bombe artigianali e altre armi ritrovate sul luogo che dovevano servire per un attacco pianificato contro gli ebrei in preghiera al Muro Occidentale. Inoltre Khamenei ha accusato Israele di star “calpestando le vite e le proprietà degli oppressi palestinesi.”

Per quanto riguarda gli Stati Uniti invece, Khamenei ha affermato che le “perfide politiche” americane nella regione “sono sfociate in guerre, spargimenti di sangue, distruzioni, spostamenti di massa, povertà, arretratezza e conflitti settari e religiosi.” A diffondere la notizia è stata l’agenzia di stampa iraniana Fars.

Secondo il leader religioso “i musulmani dovrebbero capire la loro responsabilità divina.” Questo messaggio bellicoso segue di pochi giorni quello di alcuni capi militari iraniani che avevano deriso la passività americana in Siria e l’ostilità del Partito Repubblicano all’accordo sul programma nucleare iraniano. In quell’occasione il Capo di Stato Maggiore aveva respinto qualsiasi accusa di finanziamento del terrorismo internazionale rimandandola in risposta ad Israele. Un altro alto ufficiale dell’esercito aveva deriso gli americani asserendo che la Repubblica Islamica aveva costretto gli Stati Uniti ad abbandonare il Medio Oriente e l’idea di usare la forza contro l’Iran.

Si tratta dell’ennesima dichiarazione intrisa di retorica anti-americana. Pochi giorni fa l’Iran ha messo in piedi una grande parata militare a Teheran per mostrare le proprie armi. Fra queste i missili Sejjil e Ghadr, capaci di colpire un obiettivo a duemila chilometri di distanza, e i sistemi missilistici di produzione russa S-200 e Tor-M1, progettati per distruggere aerei e missili da crociera.

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