Non poter combattere nel presente, ma solo tentare di farlo nel futuro. È la storia di Friedrich Kellner, politico tedesco dalle chiare simpatie socialiste, ma vissuto in un paese e un momento storico che diedero i natali al nazismo.
Nato nel 1885 in Germania, Kellner si rese conto dell’impossibilità di fronteggiare la corazzata del Terzo Reich. Durante la “Notte dei cristalli”, insieme al padre provò ad aiutare i vicini ebrei, ma le minacce naziste di finire nei lager ebbero la meglio sulla volontà di tendere la mano ai bisognosi.
Così prese la penna e decise di scrivere una sorta di diario, caratterizzato dalle sue cronache e da quelle dei quotidiani del tempo:
“Non potevo combattere i nazisti nel presente, dal momento che avevano il potere di zittire la mia voce, così decisi di combatterli nel futuro. Avrei dato alle generazioni seguenti un’arma contro ogni risorgenza di questo male. Il mio racconto sarebbe stato testimone degli atti barbari compiuti e avrebbe anche mostrato la strada per fermarli”.
Friedrich Kellner, nel suo diario, ebbe parole durissime nei confronti di Adolf Hitler:
“È il criminale più astuto di tutti i tempi. È il tiranno più sanguinario e pieno di crudeltà e durezza incessante. Lui, che seduce, attira, mente e truffa la nazione, ha vinto milioni di adepti. Li fa diventare dei combattenti fanatici e invasati delle sue eresie che non sono altro che un conglomerato di idee rubate ad altri fanatici”.
Idee che in quegli anni erano sinonimo di morte e persecuzione. Per scampare ai nazisti Friedrich si rifugiò nell’Alto Assia, a Laubach, una piccola città che ben presto mostrò tutte le proprie simpatie per il Terzo Reich.
Per rendersi conto del clima che si respirava in quel momento, basti ricordare quando nel 1939 il sindaco lo rimproverò di averlo salutato con “buongiorno” anziché con “Heil Hitler”.
Prima di morire Friedrich Kellner mostrò il diario a suo nipote, che riuscì a farlo pubblicare in lingua tedesca e inglese.