Il judoka iraniano Saeid Mollaei ha paura delle possibili ripercussioni di Teheran, che gli aveva intimato di ritirarsi dai Mondiali per non rischiare di gareggiare contro l’atleta israeliano Sagi Muki.
Saeid Mollaei ha espresso il timore di tornare a casa, perché preoccupato per la sua vita e per quella dei suoi cari:
“Ho paura di tornare a casa. Anche se le autorità del mio Paese mi hanno detto che posso tornare indietro senza problemi, ho paura. Ho paura di quello che potrebbe capitare a me e alla mia famiglia”.
Paura che l’ha spinto fuggire in Germania grazie all’aiuto del presidente della Federazione internazionale di Judo (Ijf), Marius Vizer.
Saeid Mollaei “sarebbe” colpevole di non aver rispettato gli ordini di Teheran e nello specifico di Davar Zani, vice ministro dello Sport iraniano, che prima del match contro il russo Khasan Khalmurzaev, lo aveva “invitato” a ritirarsi dalla competizione per non correre il rischio di giocare contro Sagi Muki.
L’“invito” era anche accompagnato da una doppia minaccia: per lo stesso Mollaei e per la sua famiglia.
Il judoka iraniano, però, va avanti per la sua strada, batte l’avversario per poi perdere di proposito alle semifinali contro il belga Matthias Casse, come rivelato dallo stesso a Iran International: “Ho perso di proposito, al 100 per cento”.
Non solo perché, Mollaei ha dovuto perdere anche la finale per il terzo posto per non salire sul podio con l’israeliano Sagi Muki, arrivato in finale e che quindi avrebbe vinto la medaglia d’oro o d’argento.
Una vicenda che dovrebbe riempire i notiziari e i giornali e invece viene relegata nel dimenticatoio come se fosse normale non voler gareggiare contro Israele.
Vicenda che andrebbe sbattuta sotto al naso ad alcuni politici italiani che troppo spesso strizzano l’occhio all’Iran.