Il terzo attentatore di Londra era italo-marocchino. Youssef Zaghba, che sabato scorso ha seminato il terrore a London Bridge e a Borough Market, nato a Fez nel 1995, era figlio di padre marocchino e madre italiana e aveva vissuto a Bologna, dove nel marzo scorso venne fermato mentre cercava di imbarcarsi su un volo per la Turchia.
In quell’occasione il biglietto di sola andata e un piccolo zaino insospettì la polizia di frontiera, che fece scattare il fermo per paura che l’allora 21enne fosse un volontario pronto ad arruolarsi tra le fila dell’Isis. 21enne che ammise candidamente alla polizia che gli chiedeva le ragioni del suo viaggio a Istanbul: “Vado a fare il terrorista”.
La madre, tornata a Bologna dopo la separazione con il marito, spiegò agli inquirenti che il figlio non aveva mai accennato all’ipotesi di andare in Turchia, ma di voler andare a Roma. La donna confessò il cambiamento del figlio:
“Non lo riconosco più, mi spaventa. Traffica tutto il giorno davanti al computer, vede cose stranissime”.
Fu proprio lei a mettere la polizia sulle tracce di quel figlio che nel frattempo si era trasferito a Londra e lavorava in un ristorante.
La procura dispose la perquisizione dell’abitazione e il sequestro del pc, al cui interno venne trovata la conferma che Youssef aveva l’intenzione di legarsi allo Stato Islamico. La magistratura, inoltre, dispose il sequestro del suo passaporto.
Per Youssef scattò una denuncia per terrorismo internazionale. Prima che gli accertamenti fossero avviati però, il Tribunale del Riesame accolse il ricorso presentato dal futuro attentatore di Londra. I giudici ritennero insufficienti gli indizi e ordinarono l’immediata restituzione del pc e del cellulare. Ancora una volta, un terrorista autore di un attentato che ha avuto a che fare con l’Italia…