Roma, marzo 2016: fermati tre terroristi dell’Isis.
Lecco, aprile 2016: arrestati sei ragazzi pronti a combattere per l’Isis.
Bari, maggio 2016: fermati due terroristi dell’Isis.
L’Italia ha un problema grande, molto grande: l’Isis. Che siano terroristi che transitano nel nostro paese per compiere attentati altrove, che li progettino nelle nostre città o che siano ragazzi italiani (o cresciuti qui) che si arruolino per combattere con lo Stato Islamico. La questione non è regionale, non è circoscritta a un’area, ma riguarda tutto il territorio nazionale: Nord (Lecco, Lombardia), Centro (Roma, Lazio) e Sud (Bari, Puglia). Il fondamentalismo islamico è in mezzo a noi, non è avulso dal nostro vissuto; è vicino, molto vicino.
Uno dei fermati oggi a Bari, per l’appunto, è Hakim Nasiri, fotografato insieme al sindaco della città, Antonio Decaro, durante la Marcia degli Scalzi del 10 settembre 2015. La manifestazione venne organizzata in tutta la Penisola e vi aderì anche la città di Bari, in segno di solidarietà e integrazione in favore dei cittadini immigrati. Ovviamente il primo cittadino barese non ha alcun legame con l’Isis, ma è una prova del fatto che siamo ignari che chi ci è vicino potrebbe avere (ha) intenzioni tutt’altro che pacifiche nei nostri confronti.
Come gli stessi che questa mattina sono stati arrestati nel capoluogo pugliese, che secondo la Direzione distrettuale antimafia locale farebbero parte di una associazione per delinquere con “finalità di terrorismo internazionale, in Italia e all’estero, realizzando anche in Italia (oltre che in Francia, in Belgio) un’associazione criminale, costituente articolazione o comunque una rete di sostegno logistico di una organizzazione eversiva sovranazionale di matrice confessionale, funzionalmente collegata all’organizzazione terroristica internazionale denominata Isis, all’emirato Islamico dell’Afghanistan e di Al Qaeda”.
Il terrorismo jihadista non è un fenomeno di cui sentiamo parlare in tv, leggiamo sui giornali o sui social network, è parte integrante della nostra vita attuale. Ci riguarda tutti, non come ebrei, cattolici o musulmani, ma come cittadini italiani.