Israele e l’Unione europea. Un rapporto complicato, segnato da una parabola altalenante, con picchi negativi superiori ai positivi. Rapporto su cui in questi giorni si sta scrivendo una nuova pagina.
Lo Stato ebraico, infatti, venerdì scorso ha inviato un documento alla Commissione europea in maniera segreta, in cui ha denunciato legami finanziari fra l’Ue e i boicottatori di Israele:
“Lo Stato di Israele si aspetta che l’Unione europea agisca con piena trasparenza e sveli la portata del suo aiuto finanziario alle organizzazioni che hanno legami con il terrorismo e promuovono i boicottaggi contro Israele”.
La prima reazione dalla Commissione è stata piuttosto diplomatica:
“Siamo, naturalmente, lieti di esaminare tutte le informazioni pertinenti ricevute relative alle attività finanziate dall’Ue: denaro proveniente dal bilancio dell’Ue può essere speso solo per lo scopo per il quale è stato contratto, in base a regole rigorose di trasparenza ed è soggetto ad ampi requisiti di monitoraggio”.
Secondo il dossier segreto in totale le Organizzazioni non governative anti-israeliane avrebbero ricevuto circa 5 milioni di euro (5,9 milioni di dollari) solo nel 2016. A questo denaro vanno ad aggiungersi i finanziamenti indiretti.
Una delle Ong chiamate in causa da Israele è la Norwegian People’s Aid, che ha ricevuto oltre 1,7 milioni di euro nel 2016, a cui il Dipartimento di giustizia Usa ha rivelato di averle imposto un patteggiamento per mettere la parola fina all’accusa di “aver fornito formazione e consulenza di esperti o assistenza ad Hamas”.
Una forzatura americana? No, perché è nota l’ammissione della stessa organizzazione di aver svolto analogo ruolo con il Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp) e con emissari dell’Iran.
Fra i gruppi presenti all’interno della lista fornita da Israele ci sono l’organizzazione britannica War on Want, il gruppo olandese anti-guerra Pax e alcuni gruppi palestinesi tra cui Pngo Net, che avrebbe la funzione di ombrello per coordinare la cosiddetta “società civile palestinese”, oltre al conosciuto Centro palestinese per Human Rights.
Nel dossier si parla anche dei finanziamenti indiretti europei ad Al-Haq, che ha legami con il Fplp e ricopre un ruolo chiave nella campagna atta alla legittimazione di Israele.
Qual è sarà la risposta della Commissione europea davanti alle prove fornite da Israele?