Israele è il paese più attaccato al mondo sui social network. A sostenerlo è una ricerca condotta dalla Ruderman Family Foundation e dal Network Contagion Research Institute, secondo cui lo Stato ebraico è anche più bersagliato dei regimi autoritari, come Russia, Corea del Nord e Iran.
Israele è menzionato 12 volte in materia di violazione dei diritti umani più del paese di Xi Jinping, 38 volte più di Mosca, 55 volte più di Teheran e 111 volte più della Corea del Nord.
L’analisi ha analizzato più di 100 milioni di tweet pubblicati in un arco di tempo che va dal gennaio 2020 al giugno 2022.
Lo studio, presentato nel corso del “Knesset Caucus for Israel-American Jewry Relations”, ha anche messo in evidenza lo sconfinamento dell’odio per Israele dal mondo social al mondo fisico, rivelando una correlazione tra l’aumento dei tweet contro lo Stato ebraico e gli episodi di violenze di stampo antisemita.
Adam Sohn, amministratore delegato del CNRI, ha dichiarato:
“Molte persone distinguono tra i due, ma la nostra ricerca suggerisce che i pregiudizi antisemiti che usano sono quasi identici e sono usati per giustificare un attacco contro gli ebrei. C’è una forte correlazione con incidenti antisemiti nel mondo reale”.
Sohn, inoltre, ha sollecitato l’adozione di misure atte a contrastare questo fenomeno.
“Un doppo standard” di giudizio ritenuto allarmante da Shira Ruderman, direttrice esecutiva della Ruderman Family Foundation, che ha ribadito la “correlazione tra il discorso sui social media e la sua influenza nel mondo reale”.
I social media sono un megafono del mondo reale, giocando un ruolo significativo nella costruzione del pensiero degli utenti. Questa, ovviamente, è cosa ben nota.
La domanda che dobbiamo porci è chi ci sia dietro a questi odiatori seriali di Israele che ogni giorno popolano i social.