Israele ha ucciso il leader di Hamas Yahya Sinwar a Rafah

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Israele ha ucciso Yahya Sinwar, il principale artefice della mattanza del 7 ottobre contro i civili della parte meridionale dello Stato ebraico.

Le forze di Gerusalemme hanno eliminato il leader di Hamas, che da più di anno si nascondeva a Gaza, utilizzando come scudi umani i civili palestinesi e gli ostaggi rapiti in quel maledetto giorno.

La notizia è iniziata a circolare nel primo pomeriggio di giovedì scorso, con foto del cadavere e indiscrezioni che poi sono state confermate nelle ore immediatamente successive grazie all’esame del DNA, già in possesso di Israele, in cui Sinwar è stato detenuto in carcere e rilasciato nel 2011 in cambio del militare israeliano di Gilad Shalit, assieme ad altri mille terroristi.

La fine della vita di Yahya Sinwar è avvenuta a Rafah al confine con l’Egitto, proprio nella città su cui lo scorso maggio venne scatenata una campagna a livello mondiale con lo slogan “All eyes on Rafah – tutti gli occhi su Rafah” per puntare il dito contro le operazioni dell’IDF nella Striscia.

Il “caso” ha voluto che proprio lì Sinwar venisse ucciso, proprio lì dove tanti occhi antisemiti avevano guardato indignati. Proprio lì dove l’IDF ha fatto sapere di aver svolto:

“Decine di operazioni condotte nell’ultimo anno e nelle ultime settimane nell’area in cui è stato eliminato hanno ristretto i movimenti di Yahya Sinwar, inseguito dalle nostre forze, e hanno portato alla sua eliminazione”.

Secondo il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Daniel Hagari, Sinwar era probabilmente in procinto di “scappare a nord, in zone più sicure”.

Il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, ha affermato:

“Yahya Sinwar è morto mentre era inseguito, in fuga, non è morto da comandante, ma come qualcuno che teneva solo a sé stesso… lo Stato di Israele ha fatto giustizia con l’eliminazione di un vile assassino e un terrorista”.

Yahya Sinwar è stato trovato con armi, una somma di denaro vicina ai dieci mila euro e vari documenti d’identità, due pacchetti di caramelle, tra cui uno di Mentos, che anni fa venne bersagliata dagli attivisti propal e dei boicottatori di Israele per aver realizzato un’edizione con la scritta “I love Israel”.

Si può resistere a Israele, ma non alle tentazioni…

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