Israele – Palestina: Sovranità o Separazione, non sono la Soluzione.

I tempi sono maturi per una Confederazione degli Emirati Palestinesi.

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Beny Raccah
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Israele

Israele – Palestina: Sovranità o Separazione, non sono la Soluzione.

I tempi sono maturi per una Confederazione degli Emirati Palestinesi.

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Beny Raccah

Per capire qualcosa di più su ciò che accade tra Israeliani e Palestinesi in questo piccolo fazzoletto di terra del Medio Oriente, è necessario mettere da parte qualsiaisi preconcetto e partire dalla conoscenza  dei fatti.

Essere di parte crea solo fazioni sorde, nel rispetto delle diverse vedute possiamo cambiare le regole e ottenere un nuovo scenario.

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1920. Conferenza di San Remo. La Società delle Nazioni.

Il Medio Oriente non è l’Europa, e quando parliamo di una vera soluzione di un processo di pace dobbiamo considerare e rispettare prima di tutte le abitudini degli individui che vivono in questa regione, senza imporre la mentalità Occidentale.

Ognuno porta avanti le proprie ragioni, e se vogliamo a tutti i costi avanzare una motivazione ancestrale per legittimare la presenza di ebrei o palestinesi, non arriviamo mai ad una vera soluzione, anzi questo approccio blocca ciascuno sulle proprie posizioni.

È utile partire da una conoscenza storica, ma deve essere solo un punto di partenza.

Molte persone credono che lo Stato di Israele sia una concessione delle Nazioni Unite al popolo ebraico dopo la tragedia dell’Olocausto e questo è completamente sbagliato!

Il popolo ebraico ha ottenuto la legittimità per costruire la propria patria in Palestina più di vent’anni prima del 2° Conflitto Mondiale, esattamente durante la Convenzione di Sanremo nell’Aprile del 1920 dalla Società delle Nazioni e NON con le risoluzioni dell’assemblea generale delle Nazioni Unite del novembre 1947.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, durante la Convenzione di Sanremo la Società delle Nazioni decise cosa sarebbe successo a vari ex territori ottomani e stabilì di offrire diritti legali a entrambi: Arabi ed Ebrei.

La Società delle Nazioni prese una decisione vincolante nel rispetto del diritto internazionale.

Fu dichiarato il Mandato Britannico per la Palestina e la Società delle Nazioni votò una risoluzione speciale che stabiliva i diritti storici del popolo ebraico a ricostituire la propria patria.

Ciò significa che la Società delle Nazioni riconosceva il “diritto preesistente” del popolo ebraico su questa terra… senza crearne di nuovi!

Gli ebrei furono scelti per essere i beneficiari del Mandato fiduciario della Palestina sotto il controllo della Gran Bretagna.

Il Mandato era chiaro e diceva che gli arabi in Palestina avrebbero ricevuto i diritti religiosi e civili, ma non i diritti politici di autodeterminazione.

Allo stesso modo gli arabi avrebbero ricevuto i loro diritti politici nel resto del Medio Oriente sotto i mandati francesi e britannici relativi a Siria, Libano ed Iraq.

Questi sono “fatti”!

Avendo quindi presente cosa è stato sancito durante la Conferenza di San Remo dalla Società delle Nazioni, se torniamo ai giorni nostri e guardiamo le “Nazioni arabe moderne”, possiamo trovare qualche problema, ad esempio sul concetto di “Nazione”.

la Lega delle Nazioni ha costruito la Nazione araba sul tavolo, seguendo la loro mentalità sui “confini”, ma non si sono preoccupati delle etnie presenti nel territorio.

Quando parlo delle “Nazioni arabe moderne” mi riferisco a Siria, Iraq, Libano, ma possiamo vedere lo stesso problema con altre nazioni arabe come Libia, Sudan, Algeria, Yemen, Giordania, tutte queste sono nazioni “critiche” perché sono un conglomerato di diverse tribù, etnie e religioni.

Queste nazioni sono guidate da una minoranza, questa caratteristica ha portato al loro “pericoloso” fallimento.

In questi paesi la maggior parte delle persone è leale al capo tribù (lo Sceicco) e non allo “Stato” centrale, questa è la stessa condizione che troviamo in Giudea e Samaria (West Bank, o come molti la chiamano Cisgiordania, dove gli arabi non si fidano della cosiddetta “Autorità Palestinese”.

Infatti se ci reca in Cisgiordania trovi questa realtà, dove i leader dell’Autorità Palestinese sono completamente disconnessi dalla gente!

L’Autorità Palestinese ad esempio apparentemente amministra ma tutti i villaggi e le città sono guidati da clan tribali, a Hebron ci sono cinque tribù; AbuShena, Nache, Jabari, Qawasmè e Tamimi. A Gerico abbiamo la tribù degli Arricats, a Ramallah la tribù dei Barghouti, Tawils e Abueins e la stessa storia è a Nablus, Tulkarem, Kalkilia e Jenine.

Il concetto del “Clan” è un sistema che ha sempre funzionato ed è estremamente semplice, nella linea del controllo:

Lo Sceicco di fatto incarna la figura istituzione più importante, ogni tribù, di solito ha una propria leadership, tribunale religioso e milizie, questa è la realtà e ancora funziona così!

A Gaza è la stessa cosa, tutti i leader sono gazawi e poi abbiamo le milizie (Hamas  e Jihad islamica) sono divise in tribù e non si mescolano tra loro per mantenere la pace “interna”.

Nel mezzo gli arabi hanno regole e tradizioni tipiche, dove la leadership dello Sceicco è più influente di una “falsa” Autorità Nazionale, che il popolo non riconosce. 

Abu Mazen che rappresenta l’Autorità Palestinese, non ha l’autorevolezza di un qualsiasi Sceicco.

Forse in futuro la soluzione di pace insolita e creativa potrebbe essere una “Confederazione degli Emirati palestinesi” con una relazione diretta con Israele, e non una soluzione a due stati, perché al momento manca completamente un attore.

Da una parte c’è Israele uno Stato a tutti gli effetti, dall’altra non c’è uno Stato o un’Autorità Legittima che rappresenti la maggioranza dei palestinesi, questo lo dicono gli stessi palestinesi.

In questo momento tutti i passaggi per un processo di pace sono congelati e dobbiamo affrontare la realtà:

Israele ha il diritto di preservare la sua maggioranza ebraica e solo salvando questa condizione può essere garantito il diritto alla prosperità a tutte le minoranze che vivono nel paese.

Centinaia di migliaia di palestinesi ogni giorno vengono in Israele per lavorare e sanno bene che lo stato ebraico non è un problema ma è la soluzione per la loro prosperità economica e stabilità.

L’Autorità Nazionale Palestinese è un’autorità falsa, i leader sono tutti “importati” e non hanno mai rappresentato la maggioranza del popolo palestinese, sono parole espresse dai palestinesi

Hamas a Gaza e l’Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania sono al soldo di nazioni straniere come l’IRAN o il QATAR, a loro non importa nulla del popolo palestinese.

Hamas e l’Autorità Nazionale Palestinese continuano questa dittatura anche grazie ai finanziamenti dei paesi Occidentali.

La pace non fa comodo ad Hamas e all’Autorità Nazionale Palestinese!

Perché il 50% dei palestinesi vive ancora nei campi profughi con tutti i soldi che hanno ricevuto in tutti questi anni? Parliamo di miliardi di dollari!

I palestinesi non hanno istituzioni, infrastrutture, visione economica, che sono elementi essenziali per poter definire uno “Stato”.

Vivono di assistenzialismo o per diritto tramandato di “Status di profugo”.

I palestinesi sanno bene che l’Autorità palestinese non li rappresenta e mai riuscirà a portarli verso la creazione di un vero Stato. I dirigenti politici, pensano solo al proprio interesse economico, lasciando la la popolazione in povertà.

I palestinesi che lavorano nell’area industriale di Barkan o Hebron, dove lavorano in aziende Israeliane vogliono le stesse cose che ciascuno vuol:

istruzione, giustizia, libertà, assistenza medica, assicurazione sociale… hanno semplicemente bisogno di dignità!

I palestinesi, senza giornalisti o a telecamere spente, dichiarano il desiderio di essere sotto la sovranità di Israele.

Tutti sanno che tutti gli arabi che vivono sotto Israele vivono molto meglio che in qualsiasi altro paese arabo.

Ma se Israele annette i territori a maggioranza araba, è pericoloso, perchè mette a repentaglio i principi fondanti dello Stato, il popolo di Israele vuole continuare a vivere in uno stato ebraico e democratico.

La pace non è il risultato di un monologo ma è il risultato del dialogo, abbiamo bisogno di una controparte, la decisione unilaterale non è la soluzione.

Guarda cosa è successo nel 2005 quando Israele ha lasciato Gaza, ha ottenuto di nuovo uno stato jihadista e migliaia di razzi, e con lo stesso principio, il ritiro unilaterale israeliano dalla Cisgiordania non può portare alla pace!

Rispettando tutta la popolazione, Israele deve rimanere in Cisgiordania almeno in quei territori strategici per la sicurezza dello Stato, quindi nell’Area C che include la Valle del Giordano, ma va fatto raggiungendo un accordo, mettendo da parte argomenti propagandistici come Annessione (סיפוח) o Sovranità (ריבונות). Si ottiene rispettando il diritto internazionale che riconosce la presenza di israele in Cisgiordania, proprio per difendere la sicurezza del popolo ebraico da attacchi ostili.

Vivere in Israele, obbliga ad essere ottimisti, un giorno si raggiungerà la pace con i palestinesi, probabilmente dopo che sparirà l’attuale leadership palestinese che fino ad oggi ha promosso l’economia del terrorismo” premiando le famiglie di quei terroristi che uccidono i “terribili sionisti”.

Chi desidera la Pace, vuole per i palestinesi una leadership autentica più coinvolta nelle vere necessità del loro popolo, sinceramente pronta a sedersi al tavolo del processo di pace, con gli stessi obiettivi di Israele:

Il benessere dei propri figli.

Sul tavolo di una trattativa basta essere solo in due, israeliani e palestinesi…senza l’interferenza della comunità internazionale.

Palestinesi ed israeliano sono in grado di farlo!

Purtroppo gli europei continuano a fare pressione solo sullo Stato di Israele, sono ancora molto prevenuti e sbilanciati sul conflitto israelo-palestinese.

Ancora oggi gli europei, così ipocritamente preoccupati, sono partner del conflitto e non fanno parte del processo di pace.

Israele è una democrazia vibrante dove il popolo è molto critico con se stesso e sente la necessità di trovare una soluzione, avendo chiaro che in questa “micro terra”, non siamo soli.

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