Dopo aver lottato per anni contro la mancanza di acqua oggi Israele è considerato una superpotenza nel campo delle risorse idriche. Un numero sempre maggiori di governi sta intensificando i propri rapporti di cooperazione con Israele per poter mandare i propri tecnici a scoprire le tecnologie con cui gli israeliani sono stati capaci di far fiorire agricoltura e sviluppo nel deserto.
Recentemente il Milken Innovation Center di Gerusalemme ha ospitato una conferenza in cui esperti israeliani e californiani hanno cercato di trovare una soluzione alla crisi idrica che sta colpendo la penisola del continente nordamericano.
La California infatti sta attraversando una delle peggiori crisi idriche della sua storia. Per risolvere questo problema una delegazione delle compagnie israeliane che operano nel campo dei sistemi di purificazione e gestione dell’acqua sarà inviata nella costa occidentale degli Stati Uniti dove incontreranno le istituzioni.
Il Dr. Glenn Yago, fra i fondatori del Milken Institute, ha spiegato che il problema della California è lo stesso che Israele ha dovuto affrontare circa dieci anni fa. Una mancanza di risorse idriche persiste in Israele ma ora se ne produce, grazie alle nuove tecnologie, il 20% in più di quanto il mercato richiede. Il merito di tutto questo è da attribuire in parte alle impressionanti strutture di desalinizzazione e in parte alle abitudini dei cittadini israeliani il cui utilizzo dell’acqua pro capite ammonta ad un terzo di quello degli abitanti della California.
L’agricoltura israeliana infatti si serve principalmente di acqua riciclata mentre nella maggior parte del mondo questa costituisce solo il 5% di quella utilizzata. E’ stato questo l’argomento che ha entusiasmato di più i partecipanti alla conferenza che ora sono convinti della necessità di importare queste tecniche negli Stati Uniti. Possibilità accolta con favore anche dagli israeliani che prevedono così di raddoppiare le entrate derivanti dall’industria idrica. Inoltre anche altri Stati potrebbero essere attratti dalla tecnologia israeliana mettendo in moto un circolo virtuoso che porterebbe Israele ad esportare in tutto il mondo.