Israele e l’India, due paesi che si sono sempre guardati con simpatia. Simpatia che negli ultimi giorni si è trasformata in una vera e propria cooperazione grazie alla storica visita di Narendra Modi in Israele: il primo premier indiano ad aver visitato lo Stato ebraico dalla sua fondazione nel 1948.
Ad attendere il primo ministro indiano all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu il quale, in seguito, ha affermato che i due paesi stanno “facendo la storia”, riferendosi alla firma di sette accordi di cooperazione con il governo di Nuova Delhi, principalmente rivolti alla promozione dello sviluppo tecnologico e alla difesa.
Accordi che prevedono la costituzione di un fondo di investimento da quaranta milioni di dollari per la ricerca e lo sviluppo nonché cooperazione nell’agricoltura, nell’utilizzo delle risorse idriche e nelle iniziative spaziali. All’India interessava osservare da vicino il modello delle start up che ha contribuito alla crescita media del sei per cento degli ultimi anni in Israele, che a sua volta interessato al mercato indiano, che conta un miliardo e duecento milioni di persone, offrendo la possibilità di far fare un salto significativo alle proprie imprese.
Narendra Modi ha saluto con favore i nuovi rapporti con Israele, con cui combattere la lotta “al crescente estremismo e al terrorismo, incluso il cyberterrorismo”:
“Israele è uno dei paesi all’avanguardia nel campo della innovazione, dello sfruttamento dell’acqua e della agricoltura. Questi saranno appunto i settori in cui principalmente si esprimerà la nostra cooperazione”.
Benjamin Netanyahu ha auspicato che la nuova cooperazione servirà anche a “elevare il livello di vita nel terzo mondo, Africa inclusa”.
Durante la visita di Narendra Modi in Israele, in molti hanno parlato della possibilità di creare un’unica e grande area tecnologica gestita solamente da indiani e israeliani, visto che la Silicon Wadi vicino a Tel Aviv e Bangalore, considerata la “Cupertino dell’India” sono i due eccellenti centri in territorio asiatico per le tecnologie contemporanee.