Israele lasciato solo di fronte alla minaccia terrorista di Hezbollah. Immaginiamoci la Svizzera in queste condizioni. La minoranza francese ritiene che tutto il territorio svizzero sia suo, dal Monte Bianco al Lago di Costanza e sostiene che tedeschi e italiani “dovrebbero tornare a casa loro”. Per questo pratica da sempre il terrorismo. Ci sono stati periodi più duri, ma anche adesso gli attacchi sono uno o due al giorno e più meno una volta al mese, con coltelli, investimenti automobilistici, colpi d’arma da fuoco, riescono ad ammazzare qualcuno. Il canton Vallese è uno dei centri di questa attività, i tedeschi che vi abitavano si sono dovuti ritirare. Intorno gli è stato eretto un confine di protezione, ma all’interno c’è un regime dispotico e fanatico, che spesso lancia razzi contro la città di Losanna e una vola alla settimana cerca di distruggere il confine, con manifestazioni di massa da cui partono bombe e anche alianti incendiari. Dal canton Vallese scavano anche dei tunnel oltre il confine, con l’obiettivo di rapire dei soldati (l’hanno già fatto) e di invadere i villaggi di confine per uccidere chi possono. Ma non basta: si dà il caso che anche la Russia pensi che la Svizzera debba sparire e dunque non solo finanzi i terroristi francesi, ma accumuli truppe, razzi e carri armati nell’Austria che domina. Inoltre ha ottenuto l’appoggio deli estremisti italiani, che scavano anche loro tunnel verso Chiasso e Mendrisio, ma hanno razzi capaci di raggiungere Zurigo e Ginevra e non fanno mistero di volerli usare. La Russia promuove anche il boicottaggio internazionale della Svizzera, cercando di espellerla dall’Onu. E’ Riuscita a far dichiarare all’Unesco che Guglielmo Tell non era svizzero ma francese, come del resto gli orologi e la cioccolata, l’Emmenthal e la Jungrfrau. Ha anche convinto il papa, sempre sensibile alle ragioni del progressismo a ribattezzare le guardie svizzere col loro vero nome di vigili vallesi.
Vi sembra uno scenario insensato di fantascienza? Eppure è esattamente quel che succede a Israele, con la differenza che la superficie della Svizzera è il doppio di quella di Israele, con più o meno gli stessi abitanti, e che la sua posizione strategica è assai migliore, difesa com’è dalle montagne e nel centro di un continente pacifico come l’Europa e non di un vicinato violentissimo come il Medio Oriente. Se un qualunque stato europeo fosse sottoposto a un decimo delle minacce che lo stato ebraico deve affrontare, scatterebbe immediatamente non solo la solidarietà, ma l’indignazione, la rabbia, la condanna morale contro la violenza insensata. E però questa reazione per Israele non avviene, i governi sono “prudenti”, i politici ipocriti, i media reticenti, l’opinione pubblica fredda. Certo, l’esperienza mostra che al momento buono la Cecoslovacchia e l’Austria vengono abbandonate nelle mani di Hitler o più di recente gli abitanti di Srebrenica in quelle di Ratko Mladic. Ma anche in questi casi un po’ di indignazione dell’opinione pubblica non è mancata.
L’ultimo caso emerso, quello dei tunnel scavati da Hezbollah sotto il confine di Israele, per prendere alle spalle l’esercito israeliano e occupare una parte della Galilea, come del resto il movimento terrorista aveva spesso proclamato di voler fare, è assolutamente tipico. Costruire gallerie oltre un confine per invadere un paese è un atto di guerra evidente. Hezbollah ha costruito diversi di questi dispositivi bellici con gran dispendio di mezzi e di finanziamenti. L’ha fatto in un territorio (il sud del Libano) da dove diverse deliberazioni del consiglio di sicurezza dell’Onu (in particolare la numero 1701 del 2006) e anche l’armistizio alla fine dell’ultima guerra del Libano l’avevano escluso. L’Onu mantiene una forza internazionale (UNIFIL) che in teoria dovrebbe far riuspettare questa zona di esclusione. Ma la forza internazionale, guidata per di più dall’Italia non ha visto niente – e allora è totalmente incompetente, perché gallerie del genere richiedono grandi lavori, macchine, operai. O più probabilmente non ha voluto vedere, ha fatto finta di non vedere, ed è dunque complice con un movimento terrorista riconosciuto come tale da numerosi paesi.
Che succede a questo punto? Qualcuno dice che Hezbollah dev’essere respinto oltre il fiume Litani, secondo le delibere dell’Onu? Nessuno. Qualcuno chiede ragione a UNIFIL della sua complicità o inefficienza? Nessuno. La sola reazione di un paese come l’Italia profondamente coinvolto in questo pasticcio, è stata l’espressione di rincrescimento perché un politico italiano finalmente meno ipocrita degli altri (Salvini) ha definito gli Hezbollah “terroristi”, cosa che sono non solo in senso generico, ma specificamente in questa faccenda dei tunnel, perché predisporre le strutture per attaccare la popolazione civile è già terrorismo. Dunque iul ministero della difesa italiano non si vergogna del fatto che i nostri ufficiali facciano parte e un nostro generale sia comandante di una forza militare clamorosamente inetta o complice del terrorismo, ma si dispiace perché non se ne taccia. E naturalmente se Israele reagisce, o anche solo contiene con l’esercito i tentativi di invasione da Gaza, la colpa è sua.
Perché le cose vanno così? La risposta è molto semplice. Israele non è la Svizzera, né il Belgio. E’ lo stato degli ebrei e nel corso della storia europea degli ultimi mille e settecento anni sono stati molto rari i periodi in cui un ebreo poteva ottenere giustizia per le minacce e le violenze che subiva. Di più, Israele è un comodo scaricabarile: gli stati colonialisti come Gran Bretagna e Francia trovano molto comodo indicare un altro stato molto più piccolo, come il vero colonialista di oggi; gli eredi dei genocidi come i tedeschi e i loro volonterosi collaboratori sono ben contenti di inventare che le loro vittime di un tempo oggi fanno ad altri quel che hanno subito da loro. Tutti poi pensano che gli ebrei non sono terroristi e i musulmani sì, per cui è conveniente stare dalla parte dei musulmani, alla faccia di ogni giustizia.
Però Israele è lì, continua a difendersi, si muove con abilità tenendo conto anche della vigliaccheria europea, non fa il gradasso come qualcuno vorrebbe ma neppure cede di un passo sulle cose sostanziali. Non solo la Svizzera ma qualunque stato europeo si sarebbe già arreso e lasciato smembrare di fronte agli attacchi che subisce Israele. E invece lo stato ebraico è più prospero e forte che mai: paradossi della storia.