Israele, Gaza, Hamas e missili. Sono i quattro protagonisti di un fine settimana di paura per i cittadini israeliani che vivono nel sud del paese, costretti a convivere sotto la pressione del lancio di missili sparati da Hamas.

Dalla Striscia, infatti, solo nel fine settimana scorso, sono stati lanciati circa 130 missili contro il territorio israeliano. Gli abitanti della città e dei villaggi nella parte meridionale dello Stato ebraico sono stati costretti a tenersi a 15 secondi dai rifugi, il tempo massimo per potersi mettere in salvo.

Eshkol, Kisufim, Sderot, Nir Am, zona industriale di Ashkelon sono state fatte oggetto di un numeroso lancio di missili, caduti anche in prossimità di un parco giochi di un asilo e di una sinagoga, nonché vicino alle case dei civili.

Parco giochi: bambini. Sinagoga: religione. Case: civili.

Non vi è alcun ordine di importanza o cronologico, ma solo la spietata ferocia di Hamas che volontariamente attacca il cuore delle città israeliane, senza risparmiare i bambini, i civili e i luoghi di culto.

Una strategia del terrore che va avanti da molto tempo. Nelle settimane scorse, gli aquiloni incendiari hanno causato numerosi problemi a Israele e alla sua agricoltura, con danni incalcolabili per gli agricoltori.

Negli ultimi giorni, oltre ai 130 missili citati, è stata mandata a morire un’aquila. Sì un’aquila. Hamas ha legato del materiale infiammabile all’animale, dirigendolo verso Israele. Animale che è stato ritrovato impigliato nel recinto di protezione di un parco naturale israeliano vicino alla Striscia di Gaza.

Bambini, religiosi, animali. L’odio di Hamas nei confronti di Israele non si ferma davanti a nulla. L’organizzazione terroristica che governa la Striscia è pronta a qualsiasi mezzo per distruggere lo Stato ebraico e tutti i suoi cittadini.