È un volo storico quello atterrato ieri in Israele. Per la prima volta nella storia, infatti, una aereo degli Emirati Arabi non ha fatto scali prima di toccare il suolo dello Stato ebraico.
Il cargo dell’Etihad ha trasportato aiuti umanitari destinati dalle Nazioni Unite alla West Bank e alla Striscia di Gaza per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19.
A bordo dell’aereo, come dichiarato dall’agenzia di stampa degli Emirati Arabi “Wam”, c’erano 16 tonnellate di equipaggiamento protettivo, articoli medici e ventilatori.
L’aereo ha una valenza simbolica elevata, perché rappresenta la cooperazione tra Israele e gli Emirati Arabi, due paesi che non hanno relazioni diplomatiche formali, anche se da qualche tempo i contatti si sono intensificati.
Valenza simbolica rilevata da Danny Danon, ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, che su Twitter ha scritto:
“Speriamo di vedere presto anche voli passeggeri. Dopo aver visitato gli Emirati che sono un luogo affascinante cerco di continuare a migliorare le relazioni tra i nostri paesi”.
I rapporti tra Israele ed Emirati Arabi sono strategici per tutto l’assetto del Medio Oriente e più in generale per la geopolitica mondiale. Israele che ha una rappresentanza ufficiale presso un’organizzazione delle Nazioni Unite ad Abu Dhabi, dove quest’anno avranno inizio i lavori per la costruzione della prima sinagoga ufficiale negli Emirati Arabi, che verrà terminata entro il 2022. Il tempio ebraico nascerà all’interno di un complesso religioso chiamato “House of the Abrahamic Family”.
Il volo che ha portato gli aiuti per i palestinesi della Striscia testimonia che non vi è alcun embargo o assedio nei confronti di Gaza e dei suoi abitanti esercitato da Israele.
Israele che ha concesso l’aeroporto di Tel Aviv per aiutare il popolo palestinese, l’ennesimo segnale che il governo di Gerusalemme non vorrebbe combattere alcuna guerra.