L’attacco dell’Iran a Israele è stato respinto in larghissima misura, anche grazie all’intervento di altri paesi, tra cui la Giordania.
Il portavoce dell’Idf, Avichay Adraee ha scritto su X che Teheran ha lanciato 300 “minacce di vario tipo”, inclusi missili balistici, droni e missili da crociera:
“Abbiamo intercettato il 99% delle minacce verso il territorio israeliano. Questo è un risultato strategico molto importante”.
PRIMA DELL’ATTACCO.
L’Iran aveva utilizzato ogni mezzo e capacità comunicative per informare che avrebbe attaccato Israele, in segno di ritorsione per l’uccisione del generale di brigata Mohammad Reza Zahedi, che Teheran ha attributo a Gerusalemme, senza che questa si sia mai espressa sull’accaduto. La morte dell’alto comandante della Guardia rivoluzionaria che teneva i rapporti, fra l’altro con Hezbollah, aveva dato adito all’ennesima campagna d’odio contro Israele.
L’ATTACCO.
L’azione iraniana si è concretizzata nella notte di sabato. I media israeliani hanno riferito che tra i 31 feriti, due vestono in gravi condizioni: un bambino di 10 e una bambina di 7, entrambi nel sud del paese.
DOPO L’ATTACCO.
L’Iran ha fatto sapere che la campagna contro il “nemico sionista” è stata un successo, tanto da far girare nei vari media nazionali un video in cui si vedeva un’autostrada con un grande incendio, (NON) verificatosi in Israele. Il video in questione, infatti, mostrava sì un grande incendio, che però non è avvenuto in territorio israeliano, ma in Cile, tanto che di sottofondo si sente una voce in spagnolo.
A smentire il successo dell’attacco iraniano è stato il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, che l’ha etichettato come uno “spettacolare” fallimento. Non solo, perché Kirby ha smentito Teheran anche in merito ai presunti avvertimenti preventivi da parte dell’Iran sui tempi e sugli obiettivi. La riprova è la dichiarazione del portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale: “È una narrativa ridicola”.
“Gerusalemme sarà nelle mani dei musulmani e il mondo musulmano celebrerà la liberazione della Palestina”.
Khamenei, infatti, ha sempre sostenuto la santità di Gerusalemme per i musulmani, peccato però che ne abbiamo celebrato l’attacco dopo poche ore che droni iraniani avevano provato a colpirla.
Israele ha profuso sforzi incredibili per proteggere tutto il paese, nonché la sua capitale. Senza questa straordinaria difesa la Città avrebbe registrato morte e distruzione per mano di Teheran.
E allora la domanda è: come mai l’Iran attacca una città che sostiene essere santa?