Israele non lascia mai soli i suoi figli. Vivi o morti che siano, lo Stato ebraico fa sempre di tutto per riportare a casa un suo cittadino o chi gli è legato.
Così non deve stupire la notizia data ieri dall’esercito israeliano che a distanza di 37 anni ha annunciato di aver recuperato e identificato il corpo del soldato Zachary Baumel disperso nella battaglia Sultan Yacub del giugno del 1982 in Libano.
Il portavoce militare ha sottolineato la difficoltà e la lunga durata delle ricerche che hanno impegnato duramente i servizi segreti, precisando che l’identificazione del corpo è stata fatta da dall’Istituto nazionale di medicina legale e dal rabbino capo militare Eyal Karim.
Al momento non sono state rivelate le modalità del ritrovamento del corpo di Zachary Baumel, che scomparve nel corso di una battaglia di carri armati combattuta nel sesto giorno di guerra contro forze siriane, assieme ad altri due militari Yehuda Katz e Zvi Feldman nella valle della Bekaa libanese.
Zachary Baumel è stato riportato a casa, anche se il padre Yona, morto dieci anni fa, non potrà piangerlo a differenza della madre Miriam che oggi ha novant’anni.
Prima di sparire nel nulla Zachary fece recapitare questo messaggio ai suoi genitori:
“Non vi preoccupate, qui va tutto bene anche che non tornerò a casa per un bel po’”.
Questa vicenda è l’emblema del viscerale legame fra Israele e il popolo ebraico. Israele non abbandona i suoi figli. Non abbandona chi ha combattuto per difendere la propria terra.
Non abbandona chi ha lottato per salvare i propri fratelli. Israele non abbandona nessuno, perché non fa parte del suo DNA.