Israele è divenuta lo strumento per banalizzare la Shoah. In maniera trasversale viene fatto l’assurdo paragone tra lo Stato ebraico e la Germania nazista, sottolineando che le vittime di allora si sono trasformate nei carnefici attuali. Paragone che oltre a calpestare la memoria dei sei milioni di ebrei morti per mano del Reich, colpisce al cuore gli israeliani e gli ebrei, che con fatica devo respingere l’ignobile attacco.
In una recente intervista a La Stampa, Aharon Appelfeld ha rilasciato un’interessante intervista sull’argomento.
Lo scrittore rumeno d’origine e israeliano d’adozione, sfuggito ai lager quando aveva 9 anni, ha fatto una panoramica sull’attuale condizione degli ebrei in Europa e ha affermato che oggi l’antisemitismo è l’odio per Israele:
“Non ci sono più ebrei in Europa, saranno ormai l’un per cento della popolazione. Prima della seconda guerra mondiale erano 30 milioni. Dove sono oggi? L’antisemitismo è anacronistico, odia qualcosa che non c’è più. Esiste ancora, certo, ma gli ebrei spariranno presto dall’Europa. Oggi l’antisemitismo si chiama “politica israeliana”, ha un oggetto diverso da quello classico. Ma quando vedi che Israele ha tutti i paesi contro, beh è una forma di moderno antisemitismo”.
Alla domanda sul futuro politico dello Stato d’Israele, Appelfeld ha risposto:
“Tutti i pensatori aperti e liberali sono per la pace. Io vorrei fare pace con la regione. Ma il mondo arabo e musulmano sta attraversando un terribile processo di guerra intestina, si ammazzano tra loro, arabi contro arabi. Israele in confronto vive un periodo meno critico, ci sono terroristi ma non c’è la guerra come in Siria, Sudan, Yemen. Se poi vogliamo parlare della pace con i palestinesi allora abbandoniamo i summit farsa come quelli di Parigi, con tutti i paesi arabi che invece di parlare dei loro guai parlano di israeliani e palestinesi, entrambi assenti”.
Appelfeld ne ha fatto anche un discorso di identità e del modo di affrontare la vita:
“Gli ebrei sono per natura iper-critici. Può essere anche una forza ma in Europa è stato la nostra debolezza. Il Talmud e gli altri testi dell’ebraismo sono libri critici perché cercano la verità e producono liberi pensatori allergici al dogmatismo. Israele è frutto di questa esperienza. Certo, tra i politici ci sono i dogmatici, ma la società è composta da liberi pensatori, tutti si esprimono come vogliono, anche in modo molto volgare. Ci sono dei laici che sono super tradizionalisti e dei religiosi caratterizzati da una grande apertura mentale”.
L’antisemitismo cambia, ciò che non deve cambiare è la volontà di combatterlo.