Fonti interne ai servizi segreti israeliani hanno riferito al Jerusalem Post, uno dei più importanti quotidiani d’Israele, che il gruppo terroristico palestinese Hamas starebbe addestrando in incognito alcuni agenti in Malesia. Anche il giornale Haaretz ha confermato la notizia e ha pubblicato un report dello Shin Bet secondo cui gli uomini di Hamas hanno creato un network per reclutare giovani studenti palestinesi per renderli dei perfetti soldati devoti alla causa.
Il reclutamento consisterebbe prima nell’indottrinamento ideologico, che include l’adesione all’Islam professato dai Fratelli Musulmani e alla retorica delle ONG palestinesi, e poi nel vero e proprio addestramento militare. I nuovi soldati verrebbero poi rimandati nella West Bank, dove Hamas ha intenzione di estendere il suo potere, con il ruolo di messaggeri, corrieri o, in alcuni casi, agenti operativi.
Non è la prima volta che Israele accusa Hamas di addestrare i propri affiliati in Malesia: la pratica dei “tunnel del terrore”, con cui i fondamentalisti islamici vorrebbero effettuare delle incursioni in territorio israeliano per assassinare o rapire civili ebrei, è stata progettata proprio nello Stato del sud-est asiatico a maggioranza musulmana. La Malesia fa parte di quelle nazioni che non intrattengono regolari rapporti diplomatici con Israele e ha ripetutamente espresso il suo supporto per la causa palestinese ma ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nell’addestramento degli uomini di Hamas.
“Le accuse dello Shin Bet sono infondate. Sono delle mere bugie, le accuse degli israeliani sono esclusivamente mirate ad impedire agli studenti palestinesi di andare all’estero per conseguire i loro diplomi e servono a giustificare gli arresti effettuati nei loro confronti quando ritornano in Palestina” è stato il commento rilasciato dal gruppo estremista. Il Ministro degli Interni malese Wan Junaidi Tuanku Jaafar ha dichiarato al Malaysian Insider che “gli israeliani stanno semplicemente creando dal nulla delle ragioni per osteggiare il paese. Lo sapete, fanno sempre così quando non gli piace una nazione….” Anche il capo della polizia malese Khalid Abu Bakar ha negato qualsiasi accusa e ha confermato che i palestinesi residenti in Malesia sono lì per studiare nelle università.