L’ISIS torna a minacciare Israele. Questa volta lo fa tramite un video pubblicato da Wilayat Sinai, l’organizzazione precedentemente nota come Ansar Bait al-Maqdis affiliata allo Stato Islamico, dove il gruppo estremista mostra le sue nuove e sofisticatissime armi acquisite per combattere Israele.
In questo video di circa 37 minuti, costruito con lo stesso stile hollywoodiano divenuto ormai una peculiarità del Califfato, viene aspramente criticata la relazione fra l’Egitto e Israele. La Penisola del Sinai, base operativa di Wilayat Sinai, viene descritta come “la Porta Meridionale per Gerusalemme”, “l’avamposto per combattere la guerra contro gli ebrei” e “parte della Terra Santa di Palestina”. Nella clip si susseguono immagini dell’Accordo di Camp David del 1978 fra Israele ed Egitto, della Spianata delle Moschee di Gerusalemme e dell’ex Presidente egiziano Hosny Mubarak che stringe la mano a Shimon Peres e a Benjamin Netanyahu. Inoltre il gruppo ha rivendicato la paternità dell’attentato terroristico effettuato nel 2011 nelle vicinanze di Eilat, in cui persero la vita 8 persone, e per il lancio di alcuni razzi.
Nel video viene citato Abu Musab al-Zarqawi, ex leader di al-Qaeda in Iraq, quando affermò che “gli ebrei e i crociati (i cristiani) sapranno cosa hanno provato i loro antenati nella Battaglia di Khaybar”, un riferimento al massacro compiuto dall’esercito di Maometto in un villaggio ebraico a Nord di Medina.
Sebbene il video sembri una minaccia diretta ad Israele, alcuni analisti internazionali come Michael Horowitz concordano sul fatto che la retorica del video sia mirata più a delegittimare l’autorità egiziana. Dipingendo l’esercito egiziano come alleato di Israele il gruppo estremista sta cercando di raccogliere consensi nella sua lotta, già in corso da mesi, con le forze armate del Cairo. Fra le tante immagini infatti è possibile scorgere molti degli attacchi terroristici perpetrati nei confronti dell’Egitto, fra cui l’attentato alla stazione di polizia di Sheikh Zuweid e l’affondamento di una nave egiziana nel Mediterraneo dello scorso Luglio.
Secondo Horowitz, intervistato dal Jerusalem Post, il vero dato significativo che si può trarre dal video è l’uso di missili molto sofisticati da parte del gruppo islamico radicale. In particolare è possibile scorgere alcuni missili anti-aerei che dimostrano come Wilayat Sinai sia riuscito a proteggere la sua linea di rifornimenti nonostante l’offensiva dell’esercito egiziano nel Nord del Sinai. Inoltre l’uso di armi simili implica un certo grado di addestramento militare e fa sorgere preoccupanti domande sulla provenienza di questi dispositivi.