L’Iran ha giustiziato quattro persone per legami con il Mossad e Israele

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L’Iran ha giustiziato quattro persone per legami con il Mossad e Israele

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L’Iran continua a eseguire condanne a morte a presunte spie contro Teheran, tra il silenzio generale. Silenzio generale acuito dalla riconduzione del regime iraniano di queste persone sempre verso Israele, il che non aiuta sollevazioni popolari o manifestazioni di piazza in loro favore.

In questi giorni a essere mandati a morte dal paese degli Ayatollah sono stati tre uomini e una donna: Wafa Henare, Aram Omari, Rahman Parhazo e Nasim Namazi.

A riportare la notizia è stata riporta l’agenzia di stampa Miza vicina alla magistratura iraniana:

“Quattro membri della squadra di sabotatori legati al regime sionista sono stati giustiziati al termine delle procedure legali”.

E ancora:

“I sabotatori legati al regime sionista, avevano commesso importanti azioni contro la sicurezza del Paese sotto la direzione degli agenti del Mossad e sono stati giustiziati al termine delle procedure legali”.

I quattro uccisi sono stati messi a morte per:

“Crimini di guerra e corruzione del territorio attraverso la cooperazione dell’intelligence con il regime sionista, con l’intento di recare pregiudizio alla sicurezza del Paese”.

Si legge ancora che nel procedimento sono finiti altri dieci individui, condannati a 10 anni, perché ritenuti facente parte:

“Anche loro della rete criminale e che avrebbe compiuto azioni in diverse città, compresa la capitale Teheran. L’accusa per il reato di aver comunicato con il regime sionista, con l’intento di alterare la sicurezza del Paese”.

Secondo il regime di Teheran, Wafa Henare, Aram Omari, Rahman Parhazo e Nasim Namazi sarebbero stati i destinatari di soldi elargiti dalle autorità israeliane per identificare i membri dei vari dipartimenti di sicurezza dell’Iran.

È stato reso noto, inoltre, che “in alcuni casi” i quattro hanno provato ad assassinare 007 e agenti di sicurezza, “cosa che fortunatamente non ha avuto successo”.

Inutile è stato il grande lavoro degli avvocati delle quattro persone, che si sono visti respingere i ricorsi presso la Corte d’Appello.

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