La reazione pubblica di Ali Khamenei sulle proteste di piazza per la morte della 22enne Mahsa Amini si è fatta attendere giorni.
La curiosità montava, come se la guida suprema dell’Iran dovesse affermare chissà cosa. Le aspettative, però, sono state disattese, visto che Khamenei ha fatto leva sulla solota solfa, incolpando Usa e Israele di essere dietro alle protese.
In realtà come sempre accadre l’ayatollah ha usato altre parole per lo Stato ebraico, definendolo “regime sionista” .
Facciamo un passo indietro.
Il 16 settembre scorso a Teheran muore Mahsa Amini dopo essere stata arrestata dalla polizia, secondo cui la ragazza curdo-iraniana di 22 non indossava il velo in modo corretto.
Da quel giorno nulla in più si è saputo e a niente sono valsi gli appelli del papà della ragazza.
La morte di Mahsa Amini ha innescato nel paese una serie di proteste, che chiedono giustizia e verità.
Proteste che hanno la caratteristica di essere guidate dalle donne e non dal qualche gruppo sotto il controllo di Stati Uniti e Israele.
Queste le affermazioni di Ali Khamenei alla tv di stato iraniana:
“In questo incidente è morta una giovane ragazza. La sua morte ha spezzato i nostri cuori. Ma la reazione a questo incidente non è stata normale. Dico francamente che questi incidenti sono stati progettati dall’America, dal regime sionista e dai suoi seguaci. Il loro problema principale è un Iran forte e indipendente. La nazione iraniana è apparsa piuttosto forte in questi eventi ed entrerà coraggiosamente in campo ovunque sarà necessario in futuro”.
Davanti alle proteste del popolo che chiede verità per la morte di una giovane, Khamenei incolpa Usa e Israele. Perché non sa fare diversamente, tentando così di ricompattare i suoi seguaci.