Iran, Turchia e fiumi di denaro destinati a Hezbollah. Si arricchisce di un nuovo capitolo, la vicenda che vede Teheran finanziare il gruppo terroristico sciita libanese.
È notizia di questi giorni, infatti, che un volo della compagnia aerea iraniana Mahan Air sia stato perquisito all’aeroporto di Beirut, suscitando diverse polemiche nel paese degli Ayatollah.
Le autorità libanesi hanno perquisito l’aereo dopo aver ricevuto informazione di intelligence, secondo cui a bordo ci fossero fondi nascosti destinati a rimpinguare le casse di Hezbollah.
Perquisizione che secondo la stampa israeliana sarebbe stata ostacolata senza esito dai membri di una delegazione diplomatica iraniana a bordo dell’aereo, facendo leva su una fantomatica “immunità diplomatica”, caduta dopo l’intervento delle forze di sicurezza.
Secondo i media libanesi un diplomatico iraniano sarebbe stato fatto scendere dall’aereo e trattenuto dopo essersi rifiutato di consentire la perquisizione alla sua persona. In una sua borsa sarebbero stati trovati soldi, che sono stati confiscati. Soldi che le autorità iraniane hanno detto essere diretti all’ambasciata iraniana a Beirut.
Va ricordato che la Mahan Air è legata ai Guardiani della Rivoluzione islamica ed è sottoposta a sanzioni degli Stati Uniti dal 2011, causa supporto ai Pasdaran per il trasferimento di armi a gruppi alleati di Teheran in tutto il Medio Oriente.
Il giallo ha allargato i suoi contorni dopo che alcuni giornali hanno ipotizzato che Teheran abbia bypassato le difficoltà di operare negli scali di Damasco e di Beirut, utilizzando scali in Turchia, non nuova a relazioni privilegiate e rifornimenti di vario genere ai gruppi terroristici mediorientali. Va però anche considerata la rivalità tra il governo di Ankara e quello di Teheran e le mire espansionistiche del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Facciamo un passo indietro e torniamo al giugno 2024, quando secondo un’inchiesta esclusiva del britannico Telegraph, Hezbollah stava accumulando una grande quantità di armi provenienti direttamente da voli iraniani presso l’aeroporto internazionale di Beirut.
L’estate scorsa si era scritto che per il governo libanese fosse quasi impossibile intervenire perché “Hezbollah controlla tutta l’area intorno all’aeroporto”.
L’estate scorsa come oggi, non abbiamo visto alcuna manifestazione di piazza gridare il proprio sdegno sul fatto che un gruppo terroristico possa controllare un aeroporto internazionale.