In Europa si respira un’aria nuova nei confronti dell’Iran. Il Parlamento europeo, infatti, ha espresso voto favorevole all’inserimento dei Pasdaran iraniani nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Voto, va detto con chiarezza che non è vincolabile, ma indicativo visto le proporzioni: 598 sì, 9 contrari e 31 astenuti:
“L’eurocamera invita l’Ue e i suoi stati membri a includere il Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica (Ircg – Pasdaran) nell’elenco dei terroristi stilato dall’Ue sulla base delle sue attività terroristiche, della repressione nei confronti dei manifestanti e della fornitura di droni alla Russia”.
L’emendamento alla relazione annuale sulla politica estera e di sicurezza comune, presentato dal Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, ovviamente, è stato aspramente criticato dall’Iran.
Prima della votazione la deputata iraniana facente parte della Commissione parlamentare per la Sicurezza nazionale e la politica estera Zohreh Elahian aveva detto:
“L’Unione Europea dovrebbe sapere che designare le Guardie della rivoluzione come un’organizzazione terroristica e imporre nuove sanzioni comporterà un caro prezzo per gli Stati europei”. Il loro nome è già nella lista americana dei gruppi terroristici.
Un altro parlamentare iraniano, Esmail Kosari, che in passato è stato un membro dei Pasdaran, ha affermato:
“Adotteremo misure attraverso le loro ambasciate e poi contro i loro interessi”.
Cosa ha segnato questo cambio di rotta dell’Europa verso l’Iran?
I diversi stati del Vecchio Continente non potevano continuare a chiudere gli occhi davanti alla situazione in Iran, diventata “irricevibile” dopo le numerose condannate a morte contro gli oppositori e le repressioni che dal settembre scorso si sono inasprite dopo le proteste per la morte a Teheran di Mahsa Amini, deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia, secondo cui la ragazza curdo-iraniana di 22 non indossava il velo in modo corretto.
Ripetiamo il voto del Parlamento europeo non è vincolabile, ma un vento nuovo soffia in Europa nei confronti dell’Iran e Pasdaran.