Insulti antisemiti e minacce a mezzo social nei confronti di Tobia Zevi, Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative del Comune di Roma, e al giornalista David Parenzo.

Insulti che sono arrivati sulla scrivania dell’Osservatorio antisemitismo, che per l’appunto ha il compito di monitorare quanto accade sui social in materia di odio antiebraico. 

Tutto ha avuto inizio parte quando su Twitter un utente ha pubblicato un’immagine di Zevi e del cognato, il giornalista David Parenzo. Da lì sono partiti gli insulti: “stesso naso etrusco”, “con quel cognome etrusco dubitavi?”, “Da notare lo stesso profilo… via i sionisti dall’Italia” e “Interessi ebraici”.

Per “etrusco” leggasi la polemica attorno al segretario del PD, Elly Schlein, che recente è stata attaccata su Twitter per il suo naso.

La polemica tramite cinguettio è aumentata quando è spuntato il commento di una consigliera comunale della Lega, Carla Di Seri, di Sutri, in provincia di Viterbo, e consigliera a Bassano in Teverina, piccolo centro sempre del viterbese. “Stesso naso e non è un complimento”.

La diretta interessata, contattata da Repubblica, ha provato a spiegare il senso delle due parole:

“Mi riferivo soltanto alla loro somiglianza. Le mie origini, come si vede dal mio cognome, del resto sono ebraiche, lo era mia nonna e non potrei mai scrivere frasi antisemite. Tutto il Governo inoltre, e io sono della Lega, ha una grossa empatia nei confronti di tutta la comunità ebraica”.

E ancora:

“Si tratta di cose deplorevoli. Nel 2023 ancora parliamo di queste cose? Gli ebrei sono un popolo che ha sofferto le pene dell’inferno, che è stato massacrato da ogni punto di vista. A loro va tutta la mia solidarietà e comprensione”.

Ahinoi, nel 2023, siamo costretti a parlare di “queste cose”. Fin quando non ci sarà la cultura del rispetto e una classe politica capace di articolare il proprio pensiero, senza dover ricorrere a spiegazioni post, saremo costretti a dar voce a queste polemiche…