Il Segretario di Stato americano John Kerry ha incontrato a Berlino il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel primo di una serie di colloqui tesi a stabilizzare la situazione in Israele. Il sito web Ynet riporta che un funzionario in viaggio con Kerry ha chiarito che l’obiettivo del Segretario di Stato è cambiare il tono delle dichiarazioni pubbliche dei leader di entrambe le parti e chiarire definitivamente lo status del Monte del Tempio, una questione divenuta centrale per spegnere le tensioni.
“E’ importante compiere passi concreti per andare oltre le mere condanne e la retorica” ha affermato Kerry rivolgendosi a Netanyahu. “E’ necessario mettere fine all’incitamento e alle violenze per trovare la strada verso la costruzione di un processo più ampio che al momento non c’è.” Inoltre Kerry ha rinnovato la sua fiducia nei confronti di Netanyahu per la ripartenza dei negoziati.
Il capo della diplomazia americana incontrerà nei prossimi giorni il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas e re Abdullah di Giordania nella convinzione che tutte le parti in causa siano sostanzialmente interessate a disinnescare la spirale di violenze.
Nella conferenza stampa congiunta è intervenuto anche Netanyahu che ha invece concentrato le sue parole sull’ondata di attentati terroristici e sulle bugie diffuse dell’Autorità Nazionale Palestinese per fomentare ulteriori attacchi contro gli israeliani. “Non c’è dubbio che questi attentati siano stati guidati dall’incitamento voluto da Hamas, dal Movimento Islamico e, mi dispiace dirlo, dal Presidente Abbas. Penso sia arrivato il momento in cui la comunità internazionale debba dire chiaramente al Presidente Abbas di smetterla con le bugie su Israele. Abbas mente quando dice che Israele vuole cambiare lo status quo per il Monte del Tempio o distruggere al-Aqsa e mente quando afferma che ci sono state esecuzioni sommarie di ragazzini. Tutto questo è falso: rimaniamo impegnati nel mantenimento dello status quo, noi proteggiamo tutti i siti sacri. Il nostro comportamento è legato esclusivamente alla protezione dei nostri cittadini come farebbe qualsiasi democrazia minacciata da simili attacchi” è stato il commento del Premier israeliano che domani incontrerà Federica Mogherini.
L’appello alla calma di Kerry non sembra essere stato recepito da Hamas. In Sudafrica il governo ha patrocinato una manifestazione a sostegno dei palestinesi in cui è stato invitato il leader dell’organizzazione terroristica di Gaza Khaled Mashaal. Quest’ultimo ha affermato che “l’Intifada di Gerusalemme continuerà finché il popolo palestinese non otterrà la libertà e la sua terra occupata”. Nel suo comizio Mashaal ha più volte equiparato la causa palestinese alla lotta contro l’apartheid avvenuta in Sudafrica in passato.
Il Ministero degli Esteri israeliano ha espresso la sua indignazione per l’invito del capo dell’organizzazione terroristica ed ha convocato l’ambasciatore sudafricano per quello che il portavoce Emmanuel Nahshon ha definito “un rimprovero formale”.
La delegazione di Hamas, che comprendeva anche il vice di Mashaal Moussa Abu Marzouk, è stata accolta al suo arrivo in aeroporto da Jessie Duarte, vice-segretario del partito sudafricano African National Congress. Il segretario generale del partito Gwede Mantashe invece ha partecipato a una conferenza stampa insieme a Mashaal in cui ha dichiarato l’intenzione di costruire un’amicizia duratura con Hamas.
La Federazione Sionista Sudafricana ha duramente condannato il governo per aver trattato come ospiti d’onore i rappresentanti di Hamas affermando che l’ideologia, gli obiettivi e le strategie dell’organizzazione terroristica sono in contrasto con i principi enucleati nello Statuto dell’ANC.