Il rapporto delle Nazioni Unite sulla guerra a Gaza della scorsa estate non è affatto sorprendente e non aggiunge nulla di nuovo a ciò che si sapeva del conflitto. Come era facile prevedere, sia Israele che le organizzazioni palestinesi sono accusati di crimini di guerra per le centinaia di bambini palestinesi che hanno perso la vita nei bombardamenti e per i missili lanciati sulle città israeliane.
La cosa più rilevante però è stata subdolamente tenuta fuori dal resoconto: Israele non ha avviato le ostilità e nella sua reazione si è concentrato sul neutralizzare le rampe di lancio di Hamas. Inoltre, fin dal primo giorno Israele ha cercato una mediazione per fermare lo scontro ma ogni volta la risposta dei terroristi di Hamas è stata una pioggia di razzi sul Sud di Israele. In un certo senso la condanna internazionale che scaturirà dal rapporto è esattamente ciò che Hamas voleva quando, utilizzando scudi umani o esponendo la popolazione palestinese ai rischi del conflitto, ha fatto di tutto per far sì che ci fosse un numero di morti palestinesi considerevole.
In alcune sue parti il rapporto, più che un obiettivo resoconto sul rispetto delle leggi internazionali, sembra una barzelletta. Indicando come legittimo l’uso dei tunnel da parte di Hamas e affermando che il lancio di razzi da parte dell’organizzazione terroristica era stato preceduto da avvertimenti, i redattori dimostrano di non avere la minima idea di cosa è successo a Gaza o di essere asserviti alla propaganda di Hamas. Per quanto concerne i tunnel nel rapporto è scritto che “non è possibile determinare in maniera definitiva l’intento dei gruppi armati palestinesi”, mentre gli avvertimenti non sono altro che le minacce di colpire l’aeroporto di Ben Gurion fatta da Hamas all’inizio del conflitto.
Hamas naturalmente ha accolto con favore questa condanna a Israele davanti alla comunità internazionale. Poco importa se l’accusa è rivolta anche a loro, non hanno nessuna intenzione di collaborare nelle indagini e sono consapevoli che sarà molto difficile imputare i crimini di guerra a singoli funzionari appartenenti all’organizzazione. Il rapporto non cita mai direttamente Hamas o le Brigate Izz ad-Din al-Qassam, braccio armato dei terroristi di Gaza, ma attribuisce le violazioni del diritto internazionale a generici “gruppi armati palestinesi” rendendo ancora più difficile il lavoro del giudice della Corte Penale Internazionale nel caso in cui fosse interessato ad approfondire questo aspetto.