Il popolo dalla dura cervice e l’antisemitismo contemporaneo

Gianluca Pontecorvo
Gianluca PontecorvoVice Presidente Progetto Dreyfus
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Antisemitismo

Il popolo dalla dura cervice e l’antisemitismo contemporaneo

Antisemitismo
Gianluca Pontecorvo
Gianluca PontecorvoVice Presidente Progetto Dreyfus

Antisemitismo in europa Riconosco di aver scelto di vivere una vita particolare, fatta di sacrificio e abnegazione, ma lo faccio perchè purtroppo questo è necessario. Sarebbe bello passare il proprio tempo come una persona qualsiasi, tra famiglia, lavoro e passioni. Invece no. La mattina quando mi alzo la prima cosa che mi rinfaccia la mia futura moglie è quella di prendere il cellulare in mano ancora con gli occhi chiusi e controllare le notifiche di cosa è successo mentre ero tra le braccia di morfeo.

Ormai ho perso il conto del numero delle volte che ogni giorno il mio cellulare vibra segnalandomi notizie in merito ad Israele e ebraismo in giro per il mondo. Non corro però il rischio di farla diventare una dipendenza (almeno cerco di convincermene). Questo perchè la maggior parte delle news che arrivano, soprattutto negli ultimi anni, è sempre più pregna di antisemitismo. Quell’antisemitismo che 70 anni fa doveva essere chiuso a chiave dentro una sperduta cantina e che oggi non solo si riaffaccia con arroganza e violenza ma lo fa nel bel mezzo dell’indifferenza generale.

Il periodo è sicuramente differente, oggi non ci sono le leggi razziali in Italia e gli ebrei possono vivere “relativamente” sereni all’interno della società. E’ quel “relativamente” che però non mi va giù. Sono comunque convinto di poter affermare, senza dubbio di essere smentito, di vivere in un mondo nel quale l’antisemitismo è parte integrante della nostra società occidentale. Come un cancro con il quale ci si è rassegnati, quasi inconsapevolmente, a dover convivere.

Nell’Europa patria di migliaia di luminari straordinari, oggi uccidere un ebreo perchè ebreo è ancora, di fatto, tollerato.

La legge, nonostante il caso Halimi, emblematico dal punto di vista giuridico soprattutto per un paese come la Francia, persegue ancora in modo blando e confuso chi si macchia di crimini che abbiano l’aggravante della matrice religiosa. Dal web alle manifestazioni di piazza, l’antisemitismo non è più quello strisciante e viscido che si insinuava nelle zone d’ombra della nostra società.

Non ci sono ancora bastati gli attacchi di Tolosa, Parigi, Copenhagen. Ancora oggi noi ebrei dobbiamo ancora mandare i nostri bambini a scuola con la polizia a vigilare che nessun male intenzionato si faccia esplodere mentre entrano in classe. Per un ebreo andare in sinagoga a pregare non è come per un cristiano andare in Chiesa. Ancora oggi, forse ancor più di prima, vivere in Europa per un ebreo sta diventando un compito troppo arduo. A che pro? La domanda inizia a farsi lecita.

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