A poco più di quattro mesi dalla polemica relativa all’arrivo in Italia di Tareq Al-Suwaidan, predicatore dei Fratelli Musulmani, è necessario tornare sull’argomento per delinearne i preoccupanti sviluppi successivi.
L’’Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose, legata a doppio filo con l’UCOII, quest’ultima presieduta da Izzedin Elzir e fondata da Hamza Piccardo, ha invitato il sostenitore del terrorismo islamico Tareq Al-Suwaidan a una serie di conferenze in Italia fra il 7 e il 17 Maggio 2016.
Il Ministro dell’Interno Alfano ha però impedito l’ingresso in Italia di Al-Suwaidan, facendo presente che al soggetto è interdetto dall’ingresso nell’area Schengen dal novembre 2014 e che si tratta di un «figura ben nota alle nostre forze di polizia e a quelle degli altri Paesi dell’area Schengen in relazione alle sue attività precedenti di predicazione, connotate per contenuti radicali, antioccidentali e antisemiti e per la sua nota vicinanza ai Fratelli musulmani.»
L’Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose e quasi tutti i dirigenti di importanti associazioni islamiche hanno fortemente criticato, come vedremo, la nota del ministero, sostenendo che Tareq sia un pacifico sapiente islamico. E’ quindi necessario approfondire l’indagine su Al-Suwaidan analizzando alcuni suoi interventi e opere letterarie.
Il 14 luglio 2014, Al-Suwaidan tiene un discorso per i suoi fratelli di Hamas. Qui sotto ho riportato la traduzione in italiano, ma gli arabofoni e chiunque voglia ascoltare direttamente le sue parole con i sottotitoli in inglese può vedere il video qui.
“Siamo in guerra da sempre con i figli di Sion. Dal punto di vista storico e geografico, Israele è uno stato degenerato”.
“[Israele] E’ destinato ad essere completamente annientato. E la cosa non riguarda solo i Palestinesi e la resistenza a Gaza – dobbiamo tutti pensare che questa battaglia è la nostra battaglia. Se non la sentiamo come una nostra battaglia, vuol dire che abbiamo difficoltà di comprensione, che non riusciamo a capire la progressione della storia, della geografia e del conflitto ideologico, anzi no, religioso, fra noi e gli Ebrei. Tutti devono partecipare a questa battaglia, in qualunque luogo si trovino – dall’Indonesia alle minoranze islamiche negli USA. Tutti devono partecipare.”
“Tre giorni da, stavo parlando al mio fratello Khaled Mash’al [leader di Hamas]. L’ho incontrato. Mi ha detto: ‘Non accetteremo un cessate il fuoco’. Sono passati i giorni in cui avremmo chiesto un cessate il fuoco. Trovo strano che alcuni lo stiano invocando. Assolutamente no. I conflitti a fuoco e il lancio di razzi continuano. ‘Se tu soffrirai, loro soffriranno come stai soffrendo, ma tu hai la speranza di Allah, mentre loro no.”’
“Il lancio di razzi continua. Questi razzi hanno completamente paralizzato Israele. Israele è completamente bloccato. Sono tutti andati tremando nelle loro buche. Il sangue che stiamo sacrificando è senza dubbio prezioso, ma l’equazione è: “I nostri morti sono in Paradiso, i loro bruciano all’Inferno”. Noi non siamo spaventati dal martirio. Solo poco tempo fa, stavate cantando “La Morte per l’amore di Allah è il nostro più grande desiderio. Bene, la morte che desiderate è lì per voi. Non abbiamo problemi con la morte. Noi siamo diversi dagli Israeliti. “Li troverete molto ansiosi di proteggere le loro vite, mentre noi desideriamo la morte, desideriamo il martirio. La differenza è molto chiara.”
“Oltre a questo, l’economia Israeliana è del tutto bloccata. Negli ultimi giorni, i negozi hanno registrato una diminuzione del 40% delle loro vendite e il turismo – compreso quello religioso – si è fermato anche se l’estate è la stagione turistica più importante. In aggiunta a questo, le scuole e le fabbriche hanno chiuso. Loro stanno tremando di paura al pensiero che un razzo colpisca le loro centrali nucleari. Immaginate cosa accadrebbe… Correrebbero da noi a baciarci i piedi e supplicare un cessate il fuoco, e non il contrario. Noi non chiediamo un cessate il fuoco. Al contrario, chiediamo di continuare a lanciare razzi finché loro non vengano a inginocchiarsi davanti a noi.”
“Tutte le madri della nazione islamica – non solo quelle palestinesi – dovrebbero nutrire i loro figli con l’odio verso gli Ebrei. Li Odiamo. Loro sono il nostro nemico. Dobbiamo instillare questo nelle anime dei nostri figli, finché una nuova generazione crescerà e li spazzerà via dalla faccia della Terra. E’ questo ciò che vogliamo.”
“Vogliamo che i ragazzi bravi a usare Twitter, Facebook, e gli altri mezzi tecnologici pensino a quella che chiamiamo ‘electronic Jihad.’ Oggi, la gioventù della resistenza ha hackerato due volte l’Israeli Channel 10. Ci sono diversi tipi di Jihad. Spero di non vedervi lasciare questo luogo solo sentendovi meglio, dopo aver urlato e cantato qualche slogan… No, no, no. Ciascuno di noi, uscendo da questa sala, dovrebbe pensare a un piano per annientare Israele.”
Parliamo quindi di un pieno sostegno, da parte di Al-Suwaidan, al terrorismo islamico e all’antisemitismo. In realtà. il termine “sostegno” è sostanzialmente errato, perché Al-Suwaidan incita al terrorismo, a uccidere gli ebrei direttamente o a trovare un modo per farlo.
Anche nella sua” Enciclopedia illustrata degli Ebrei” si trovano vere e proprie farneticazioni, del tutto analoghe a quelle pronunciate dai gerarchi nazisti:
“Studiare il più malvagio nemico della umma, Israele, perché come possiamo affrontare un nemico che non conosciamo? […] 6. Conoscere la grandezza della nostra religione attraverso la conoscenza delle idiozie e delle alterazioni che vi hanno apportato gli ebrei 7. Conoscere le caratteristiche e il modo di agire degli ebrei così come sono stati descritti nel Nobile Corano che ci ha messi sull’avviso 8. Una presa in esame della loro malvagità, della loro perfidia, della loro falsità, della doppiezza che praticano in tutte le nazioni.”
A fronte di queste affermazioni ci si aspetterebbe un immediata presa di distanze da parte dell’Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose, dell’UCOII e del CAIM, è invece è accaduto l’opposto.
La prima, ha subito negato l’evidenza delle affermazioni del predicatore antisemita, riuscendo addirittura a ritenere Al-Suwaidan uno soggetto “che si esprimeva con pacatezza” e ad accusare di linguaggio offensivo l’autore dell’interrogazione parlamentare! Chiedere quindi informazioni sull’arrivo di un sostenitore del terrorismo è offensivo, mentre incitare al massacro degli ebrei sarebbe pacato. Detto poi da un’associazione che partecipa ai tavoli istituzionali del governo sull’Islam è semplicemente inaccettabile.
Davide Piccardo, a capo del CAIM e figlio di Hamza (quest’ultimo noto anche per la sua richiesta di legalizzare la poliginia), ha invece scritto immediatamente sul suo profilo:
“Alfano vieta a Tareq Sweidan di entrare in Italia accusandolo di estremismo. Ho avuto il piacere di conoscere Tareq Sweidan e posso dire senza timore di smentita che non ha mai in nessun modo sostenuto posizione estremiste o violente, tutt’altro, è uno strenuo oppositore delle posizioni letteraliste e oscurantiste.”
Chaimaa Fatihi, ex portavoce dei Giovani Musulmani Italiani (GMI) e autrice del libro “Non ci avrete mai”, che questa estate è stato presentato anche durante alcune manifestazioni del PD, si era invece già distinta per aver paragonato Hamas alla Resistenza, definito Israele un “cancro schifoso” e la Francia un paese “liberticida”. Su Al-Suwaidan fa addirittura di peggio, definendolo “una meraviglia di sapiente”.
Considera inoltre le frasi attribuite ad Al-Suwaidan come “decontestualizzate” e si vanta dei profondi insegnamenti che “incoraggiano l’attivismo”. Se per “attivismo” intende “uccidere gli Ebrei”, forse Chaimaa potrebbe anche avere ragione. E’ infatti impossibile difendere l’incitazione alla violenza e all’odio religioso di Al-Suwaidan dietro errori di contestualizzazione.
Per comprenderlo, basta rileggere le dichiarazioni riportate (e consiglio di farlo almeno un paio di volte).
Anche l’ex-presidente del GMI, Hareth Amar, fa bella mostra di una sua foto con Al-Suwaidan, dicendo che si tratta di un “predicatore di pensiero e pace”. Come per Piccardo e gli altri, la motivazioni inattaccabili del Ministero, supportate da un’impressionante mole di prove, sembrerebbero essere mera scusa per colpire un critico di Israele.
In generale, è preoccupante sia il supporto ricevuto da Al-Suwaidan da parte di questi soggetti (e di centinaia di altri amici e follower che orbitano intorno all’islam politico), sia la totale mancanza di fiducia, da parte degli stessi, nei confronti del Ministero dell’Interno, reo di aver impedito l’ingresso in Italia al predicatore del Qatar.
Sono tutti elementi che Alfano dovrà tenere in seria considerazione quando troverà, ad esempio, il presidente UCOII Izzedin Elizir al tavolo del governo sull’Islam.