Gli Houthi dello Yemen hanno attaccato Israele, lanciando un drone che ha ucciso un uomo a Tel Aviv nella giornata di venerdì, lo Stato ebraico ha risposto ieri con attacchi aerei nel paese all’estremità meridionale della Penisola araba.
Sono state 48 ore molto delicate sull’asse San’a’–Gerusalemme, che rischia di aprire l’ennesimo fronte di guerra in Medioriente.
Dobbiamo partire da una base comune, altrimenti non riusciamo a comprendere cosa sia avvenuto in maniera chiara e inequivocabile.
È da dopo il 7 ottobre che gli Houthi lanciano attacchi contro Israele, se ne contano circa 200. E allora perché proprio adesso, l’IDF ha deciso di difendersi?
La migliore risposta l’ha data il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, sottolineando che è:
“La prima volta che (gli Houthi) hanno colpito un cittadino israeliano, noi li abbiamo colpiti. E lo faremo ovunque sarà necessario”.
Un messaggio forte e chiaro soprattutto se associato ad altre dichiarazioni del ministro:
“L’incendio che sta attualmente bruciando a Hodeidah è visibile in tutto il Medio Oriente”.
In estrema sintesi: questo è ciò che rischia chi uccide un israeliano.
Ecco la cronaca degli ultimi due giorni.
Venerdì: un drone imbottito di esplosivo lanciato dagli Houti è caduto vicino l’ambasciata americana a Tel Aviv, provocando il ferimento di alcune persone e la morte di Evgheni Perder, 50 anni di cittadinanza russa. L’oggetto è riuscito a colpire l’obiettivo causa un “errore umano”. Il portavoce degli Houthi, Yahya Sare’e, ha rivendicato via Telegram una “operazione di qualità” contro la Città Bianca, il cui sindaco Ron Huldai ha annunciato il passaggio “a un più alto stato di allerta”.
Sabato: Le Forze di Difesa israeliane hanno confermato d’aver effettuato attacchi aerei nello Yemen, colpendo obiettivi militari del regime terroristico Houthi nell’area del porto di Al Hudaydah. Lo scopo dell’attacco dell’aviazione israeliana è quello di impedire agli Houthi di importare armi iraniane.
La tv Canale 12 ha svelato che Israele aveva informato dell’operazione gli Stati Uniti e alleati fra i quali “presumibilmente” l’Egitto e altri paesi nella regione. Un alto funzionario israeliano, citato dal sito di notizie Walla, ha affermato che all’attacco hanno preso parte solamente aerei israeliani.
Il messaggio di Israele è stato inequivocabile: chi uccide un israeliano rischia grosso.