E’ scritto che la mitzvà (il precetto) di Hanukkà e’ un dovere che riguarda l’uomo e la sua casa (Ish Ubeito), ma i più meticolosi accendono un lume per ogni persona, mentre chi vuole essere ancora più meticoloso aumenta il numero dei lumi da uno a otto per ognuno dei giorni della festa secondo la scuola di Hillel.
Questa norma comporta molte domande: ne analizziamo due tra le più discusse dai nostri maestri.
La prima e’ come mai la norma più meticolosa e diventata halakha radicata ovunque. La seconda è cosa significa che la norma base riguarda la persona e la casa.
Alla prima domanda potremmo rispondere che non c’è nessuna mitzvà dalla quale dipende il futuro di Israele più della hanukkà, cioè del progetto educativo, khinnukh, che ogni persona e ogni casa deve proporsi.
Alla seconda domanda potremmo rispondere collegando Hanukkà ad altre due feste: Pesach e Sukkot. Pesach e la festa che caratterizza la casa; e scritto che il sacrifico doveva essere fatto prendendo un agnello per ogni casa. Nella festa di Sukkot ognuno fa la mitzvà del Lulav con un Lulav di propria proprietà: un mitzvà quindi che impegna il singolo e non la collettività. Hanukkà impegna il singolo – ISH – e la sua casa – la collettività.
Hanukkà e la festa che ci ricorda che sarà sempre possibile trovare – persino in mezzo alle macerie del Tempio e di una Comunita – un manipolo incontaminato di persone pronte a dare tutti se stessi per lo sviluppo della Torà e della collettività.