Tutto in nome della falsa resistenza palestinese. Anche la condanna a morte. Perché basta un sospetto di collaborazione con Israele per perdere la vita. Come è successo a sei palestinesi.
Ad annunciarlo ieri è stato la magistratura militare della striscia di Gaza, che ha affermato di aver emesso le sentenze:
“Nell’ambito dell’adempimento del dovere di proteggere la società palestinese e affrontare il flagello delle comunicazioni con l’occupazione israeliana”.
Pochi giorni la medesima sorte era toccata ad altri due palestinesi, accusati di aver combattuto il terrorismo di Hamas, collaborando con lo Stato ebraico.
Hamas che è andato contro la legge palestinese, che per le condanne a morte prevede la ratifica del presidente dell’Autorità Palestinese.
Non si sa se la ratifica non sia arrivata o non sia neanche stata chiesta. Questa è l’ennesima prova che Hamas non rispetta la legge e ignora l’ANP, a meno che non si tratta di attaccare Israele.
Ma ad Hamas non interessa nulla, vuole solo la distruzione dello Stato d’Israele. E per farlo condanna a morte, spara e uccide.
E lo fa facendo credere al mondo di avere a cuore il popolo palestinese, riuscendo a convincere parte della Comunità Internazionale a elargire denaro, che poi viene utilizzato per foraggiare il terrorismo.
Semplice, perché Hamas vuole solo la cancellazione di Israele. E per il suo scopo, condanna a morte le persone facendo leva su una mendace resistenza e una inesistente “occupazione” per coprire la propria sete di potere.
Le condanna con l’accusa di collaborare con Israele, anche se c’è l’enorme sospetto che si una scusa per far fuori nemici interni o semplici oppositori.