Si festeggiava Sheminì Hatzeret, una ricorrenza in seno alla Festa delle Capanne, in cui era prevista la consueta Benedizione dei bambini, quando all’uscita del Tempio Maggiore un commando di terroristi legati all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina – guidata da Arafat – aprì il fuoco contro i fedeli con mitragliatrici e bombe a mano. Un bambino di due anni morto e 40 feriti, era il 9 ottobre 1982.
Quante condoglianze e quante lacrime da parte dei giornalisti e dei politici italiani. Gli stessi che il giorno prima incitavano all’odio contro Israele e contro gli ebrei sulle pagine di tutti i quotidiani, dai più illustri ai meno conosciuti. In quegli anni il Presidente Pertini incontrava e abbracciava Arafat, come anche il Papa Giovanni Paolo II. Pochi anni prima il Presidente Moro, con il sostegno di molti volti della politica italiana, si accordava con lo stesso leader palestinese: tu non compi attentati a obiettivi italiani e potrai girare e trafficare armi lungo tutto lo Stivale, indisturbato.
Ovviamente gli italiani ebrei erano esclusi dall’accordo: loro potevano morire. Gli ebrei, la cui prima congrega a Roma risale al IV secolo prima della nascita di Cristo, erano esclusi dall’immunità come fossero italiani di serie B, o come non lo fossero affatto.
Ieri, proprio come oggi, i benpensanti erano pronti a giurare “Non siamo antisemiti, siamo antisionisti!”, e intanto i sindacalisti della CGIL lasciavano pochi giorni prima dell’attentato, una bara vuota davanti alla Sinagoga di Roma. Il 9 ottobre la bara divenne bianca e servì per il bambino italiano, ma ebreo, Stefano Gaj Taché, di 2 anni.
Quel giorno la camionetta della polizia abbandonò la postazione, i terroristi furono coperti e aiutati a fuggire; uno di loro venne identificato ma non scontò mai la pena. Ad oggi nei Palazzi del potere c’è chi sa ma tace.
E intanto assistiamo ancora agli ipocriti che portano avanti campagne d’odio contro Israele per poi andare a piangere i morti degli attentati terroristici e della Shoah (un must). Perché a loro piacciono gli ebrei: quelli stesi in orizzontale con gli occhi chiusi e la bocca cucita per sempre.