È uno dei reperti archeologici più sensazionali venuti alla luce in Israele. Presentato alla stampa in questi giorni, ma scoperto un anno fa, l’oggetto porta l’iscrizione più antica di Gerusalemme. È scritta in caratteri ebraici ed è incisa sua una pietra di forma cilindrica, sui cui si legge: “Hananiah, figlio di Dodalos da Gerusalemme”.
La pietra è stata rinvenuta su una delle colonne di un edificio romano risalente ai tempi di Erode il Grande ed è alta quasi un metro. Gli archeologi ritengono che Hanania fosse un artigiano del posto e che “Dodlos” fosse un riferimento di ossequio alla figura di Dedalo.
Come sottolineato dl direttore del Museo Israele, Ido Bruno, il ritrovamento è ancora più incredibile perché la scritta di 2000 anni fa è “è chiaramente decifrabile oggi da qualsiasi bambino israeliano”:
“Come abitante di Gerusalemme sono estremamente felice di leggere questa iscrizione, realizzata 2000 anni fa, soprattutto ora che è accessibile ad ogni bambino perché è fatta in una lingua comprensibile e nell’ortografia moderna”.
La stragrande maggioranza delle scritte risalenti a quel periodo non riportano il nome di Gerusalemme per esteso, ma in maniera abbreviata. Anche nella Bibbia, infatti, la capitale di Israele è menzionata più di 660, e solamente in rari casi in modo esteso.
L’archeologo Yuval Baruch e il docente dell’università di Haifa Ronnie Reich, studiando l’iscrizione, hanno rilevato che questa è l’unica su pietra dell’anno zero nella quale il nome esatto di Gerusalemme è inscritto nelle lettere ebraiche.
In passato questa scrittura era trovata esclusivamente su una moneta della rivolta del popolo ebraico contro i romani (66-70 d.C.).
L’iscrizione presentata alla stampa, semmai ce ne fosse bisogno, certifica il legame atavico fra gli ebrei e Gerusalemme.