All’improvviso, un pezzo di storia plurimillenaria piomba in casa. Anzi, ti accorgi di averla sempre avuta in casa senza che nessuno lo sapesse. È successo ad una famiglia di Ein Kerem, un quartiere di Gerusalemme, che durante una ristrutturazione dell’appartamento, ha scoperto un antichissimo Mikve, un bagno rituale ebraico risalente ai tempi del Secondo Tempio di Gerusalemme.
La famiglia ha provveduto subito a chiamare la Israel Antiquities Authority per far studiare il sito archeologico che hanno sempre avuto sotto i piedi senza mai saperlo. Gli esperti non hanno dubbi: il Mikve ha più di 2000 anni. È considerato un bagno rituale molto grande, con una vasca di 3,5 x 2,4 metri e alta 1,8 metri. All’interno vi erano anche diversi manufatti di ceramica sempre risalenti a quell’era.
La famiglia ha ammesso: abbiamo avuto qualche dubbio prima di chiamare le autorità archeologiche per paura delle conseguenze, ma ha poi prevalso il senso civico. Per questo gesto, la IAA ha consegnato loro un attestato di riconoscimento.
Secondo Ynet, il ritrovamento ha una forte valenza storica, in quanto rafforza la teoria secondo la quale Ein Kerem era un antico insediamento ebraico, mentre indebolisce la tesi che fosse una zona prettamente cristiana, come vuole la tradizione del Nuovo Testamento.
Fra tanti dubbi, una cosa resta indiscussa: che gli ebrei israeliani sono gli unici al mondo ad essere accusati di occupare una terra che non appartiene loro, ma sotto la quale si scoprono ogni giorno i resti dei loro avi.