Hamas spara migliaia di missili su Israele. Israele si difende e in Europa ci sono manifestazioni contro lo Stato ebraico. Sembra incredibile, ma è così.
Dopo la manifestazione di cui abbiamo scritto svoltasi a Milano, in diverse città della Germania si sono registrate cortei contro Israele, dandone alle fiamme la bandiera e minacciando le comunità ebraiche locali. A riferirlo è il quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”.
Nella capitale Berlino, davanti alla sede federale dell’Unione cristiano-democratica, è stata rubata una bandiera di Israele.
Il ministro dell’Interno del Land, Andreas Geisel, ha dichiarato:
“Posso assicurarvi che le autorità di Berlino stanno facendo tutto il possibile per proteggere le istituzioni israeliane ed ebraiche in particolare, ma anche le istituzioni musulmane e palestinesi”.
A Brema un migliaio di dimostranti hanno manifestato contro Israele, tra grida di “Libertà per la Palestina”, “Allah akbar” e bandiere della Turchia, un paese che non risulta essere in cima ai primi posti per democrazia e libertà individuali.
Ad Hannover le forze dell’ordine sono state costrette a disperdere un corteo contro Israele, causa mancato rispetto delle norme anti-Covid. Sempre nella capitale del Land tedesco della Bassa Sassonia, erano arrivare minacce alla Comunità Ebraica locale.
A Gelsenkirchen, la polizia ha disperso una manifestazione anti-israeliana, i cui dimostranti erano diretti verso la Sinagoga.
A Bonn la porta di un tempio ebraico è stata danneggiata dal lancio di pietre e tre manifestanti sono stati arrestati.
In paesi civili, non si può accettare che i luoghi di culto diventino bersagli. Così come non si può accettare che vengano bruciate le bandiere.
Le bandiere sono simboli, nel caso dei paesi sono simboli nazionali. Notare che quando un atleta vince una competizione, il più delle volte sale sul podio con la bandiera. Perché la bandiera è il simbolo della sua nazionale. Bruciare una bandiera, quindi, non è un semplice atto di protesta, ma un modo per comunicare che si vuole la distruzione di quel paese.
Qualcosa deve esser andato storto nel mondo che stiamo vivendo. Qualche cortocircuito deve aver bloccato la comprensione anche elementare degli avvenimenti che abbiamo davanti.
A sorprendere è che queste manifestazioni avvengano in paesi che in passato sono stati colpiti dal terrorismo palestinese.
Perché, chi si riversa nelle piazze non ha alcuna intenzione di esprimere vicinanza al popolo palestinese.
Quel popolo palestinese, sì martoriato, ma dalle proprie leadership, che sottraggono loro i denari arrivati dall’Europa per continuare a mantenere intatta la macchina del terrore, senza preoccuparsi di costruire scuole, ospedali e quant’altro.