Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni non ha preso sottogamba la questione israelo-palestinese e almeno secondo quanto dichiarato nella giornata di ieri, non avrebbe nessuna intenzione di lavarsene le mani attraverso vie brevi e popolari, ma prevederebbe di seguire la strada tortuosa della diplomazia e dei negoziati di pace per arrivare alla fondazione di uno Stato palestinese.
“Il riconoscimento della Palestina è sul tavolo ma non può essere una petizione di principio usata in un momento che non è il più opportuno” – ha dichiarato il Presidente della Farnesina – “E’ giusto discuterne, ma poi dovremo utilizzarla nel momento in cui serve di più a sbloccare il negoziato”.
Un messaggio forte e responsabile dunque quello di Gentiloni, che non vuole gettare nella spazzatura decenni di impegni europei e statunitensi, come gli accordi di Oslo di cui il Vecchio continente si fece garante.
Un riconoscimento della Palestina che scavalchi il tavolo delle trattative con Israele e con i mediatori internazionali non fornisce di fatto nessuna garanzia al popolo palestinese, che merita un governo democratico e rispettoso dei diritti del cittadino; lo stesso vale per la popolazione israeliana a cui è necessario garantire una vita in cui non si debba aver paura di aspettare un autobus o di fare la spesa in un mercato affollato.